31.5.02

Mi hai chiesto chi sono? Di solito non me la sento di rispondere a queste eterne domande quando ho le pantofole a forma di gallina. E poi dopo aver buttato al cesso tutti i rametti del maestro dos nascimientos, ho perso tutta la sicurezza in me stessa;)
Sono la nipote di un cecchino, e non lo dico per allarmare i ladri che mi hanno rubato la macchina mesi fa (a sesto san giovanni si sono girati tutti con l’espressione da giuda). E’ sangue di famiglia. Pensa che una volta ho tirato una lente a contatto direttamente nell’occhio del barista.
Lavoro da cinque anni come insonne e la malattia mi permette di superare la soglia del pacchetto di marlboro giornaliere, di sapere a memoria in lingua originale i pezzi decisivi del Godfather, di consultare pagine gialle alla categoria “pasticcerie a domicilio aperte di notte”.
E poi che dire, vivo in una mansarda anzi su un tetto, vorrei essere la figlia di bill watterson, non prendo canale cinque e per fortuna non ho neanche un’idea fisionomica della famiglia parodi. Dei miei traumi infantili parlo solo alla portinaia teresa, ma dicendoti che sono rossa naturale, ti ho detto tutto delle mie elementari.
Mi spiace di aver esagerato sul numero massimo di righe che la domanda “chi sei” presuppone (quattro righe, oppure il numero della partita iva), ma il dono della sintesi o ce l’hai o non ce l’hai.

29.5.02

Perchè tu non dormi un cazzo e invidi fortemente la psicologia maschile.
Lo guardi, beato, e per un attimo ti sembra la risposta italiana del dio Apollo dormiente. Decidi che è della categoria Angeli; l’uomo quando dorme è angelo o pagliaccio. Ti aggiri per la sua casa in cerca di qualche foto di donna e invidi nuovamente la psicologia maschile.
Non ha un’uscita-tetto per salirci a vedere l’alba, fuma le pall mall lights e gli hai scoperto un cd di cristina aguilera.
L’hai intravisto tra la discografia completa di ben harper e ti sei sentita come quando appena dopo un orgasmo, la tv manda la canzonetta dei sofficini findus, e in quel momento ti accorgi anche del calzino di lui su una sola caviglia. Decidi che è emergenza espatrio. Sopprimi il desiderio di piumino d’oca e ti licenzi senza dire nulla. Quanti vantaggi può darti l’insonnia. A parte, naturalmente, 10 anni di vita in più. Sguardo circostanziale, chiavi della macchina, all apologies.

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Jesus, in a very worried state, convened all of his apostles and disciples to an emergency meeting because of the high drug consumption problem all over the world.
After giving it much thought they reached the conclusion that in order to better deal with the problem, that they should try the drugs themselves and then decide on the correct way to proceed. It was therefore decided that a commission made up of some of the members return to earth to get the different types of drugs. The secret operation is effected and two days later the commissioned Jesus, waiting at the door, hears a knock:
“Who is it?”
“It’s Paul”
Jesus opens the door. “What did you bring Paul?”
“Hashish from Morocco”
“Very well son, come in.”
Another knock… “Who is it?”
“It’s Mark”
Jesus opens the door. “What did you bring Mark?”
“Marijuana from Colombia”
“Very well son, come in.”
Another knock…”Who is it?”
“It’s Matthew”
Jesus opens the door. “What did you bring Matthew ?”
“Cocaine from Bolivia”
“Very well son, come in.”
Another knock…”Who is it?”
“It’s John”
Jesus opens the door. “What did you bring John?”
“Crack from New York”
“Very well son, come in.”
Another knock… “Who is it?”
“It’s Luke”
Jesus opens the door. “What did you bring Luke?”
“Speed from Amsterdam”
“Very well son, come in.”
Another knock…”Who is it?”
“It’s Judas”
Jesus opens the door. “What did you bring Judas?”
“FBI MOTHER FUCKERS! FREEEEEEEEEEEZE EVERYONE AGAINST THE WALL!”

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In alcune notti proibite, quelle che seguono il giorno feriale-lavorativo, quando il mondo è in orizzontale perchè ha la sveglia alle sette e tre quarti, la tua insonnia ti porta in qualche locale, e a grado alcolico moscovita. In queste notti verso l’ora fisiologica della depressione, ti capita di parlare con incredibili sconosciuti. Che la mattina dopo hai completamente dimenticato il nome ma ne hai un ricordo talmente splendido che ne percepisci l’ombra. E la chiami uomonero.

22.5.02

Mentre camminavo nel vialetto pensavo a quanto dovessi tornare indietro. E poi le cose stavolta hanno deciso per me. E non so se la sensazione è stata quella di sollievo o di tristezza fottuta. Avrò tutto il tempo per pensarci stasera davanti a un negroni.

20.5.02

24. La sciampista di Jean Louis David mi ha suggerito che nasce la prima ruga, a 24 anni. Che devo comprare questa crema anti-age che fa miracoli preventivi.
Io le ho riso in faccia, e un’ora dopo ero su amazon.com con il numero della carta di credito su un post-it. Tento di deprimermi perchè è giusto farlo, nel giorno del tuo compleanno. Come quando a Natale tenti di essere felice perchè bisogna rimanere allineati alle sit-com americane. Allora spengo il cellulare e mi concentro su “la vera storia di Frank Mannata”, film mafioso del ’69, alternativa allo special degli immortal.
Ogni tanto un po’ di spleen è la garanzia che sei viva.

7.5.02

Sono ancora nel flusso di “The Others”. Fighissimo.
Non mi sono mai cagata addosso così dai tempi di shining.
sarà stato l’orario (4 a.m., ora fisiologica della depressione, hai sempre una voglia dannata di scrivere alla signora Letizia di Donna Moderna per un consiglio)(ti ricorda tua madre), l’atmosfera (la mia mansarda), la fame (prova a mettere il muller sul pane a fette del mulino bianco) ma stamattina ho chiesto al tabaccaio le Marlboro Brown.
The others con Nicole Kidman.
Il film che ha compromesso il mio rapporto con il dolby sorround.
sono PRO abolizione delle due casse dietro il divano, ora.
Viva il mono.

4.5.02

Infatti, venerdì mi sono svegliata con un certo senso di sciagura imminente. Prima regola, fai provare prima al vicino il nuovo preparato di quattro salti in padella. No, hai ragione… come ho potuto dimenticarmi di quella data nonostante le mie alterazioni fisiologiche dovute a un insalata non testata sul dugongo. Colpa mia: sopravvaluto il mio orologio biologico. Devo puntare meno sul mio cervello e più sui rametti di dos nascimientos. E comunque. Auguri mio toro-ascendente-genio preferito. Verrei giù a Roma ma oggi il mio canarino è morto perchè ha ingoiato un cetriolo di gomma.
E ricordati. Sarò la prima a comprare il tuo magazine “portinaie no profit”, la prima a voler far parte del pubblico della tua trasmissione “donne ed estintori”, la prima ad avere il tuo libro “i confini del gargarismo”. Anche perchè l’ho scritto io.
Bacio.
Ah. il postino mi ha detto che è riuscito a consegnarmi solo tre delle quattro teste di cavalli decapitati in contrassegno.

3.5.02

Senza vergogna, ammettiamolo. Non ho avuto un interesse nativo per Star Wars. Ma non è colpa tua se l’habitat familiare adulto vive di Stallone e di Bud Spencer. Il sangue di Rocky sul ring non ti fa capire fino in fondo il concetto concreto di «fonte della forza»; ma soprattutto dopo gli sputi, gli schiaffi, i fagioli e un paio di cauterizzazioni, gli spadoni laser cominciano a puzzare di Giochi Preziosi. Abituata allo sporco localizzato sulla pelle dei protagonisti, ti vien da sospettare di tutti gli attori che indossano tuniche pulite e occhialini per astigmatici.
E ancora adesso, conseguenza della mia educazione, sospetto del protagonista che non suda.
Ricordo ancora la mia apatia bovina di fronte all’action figure «jabba anatomicamente corretto» (tx k.s.), inconsapevole della dose di filosofia e vita che c’era dietro. Scusa Dario se ti ho riso in faccia, ma io da piccola avevo massimo il poster della fattoria MacKenzie. E scusa Ivo, se il cofanetto d’argento con la saga, che è per te come gli ABBA per gli svedesi, sarebbe dovuto stare molto lontano alle pizze. Ma una cosa è vera. Al peggiore dei matrimoni di qualunque mia terza cugina mi sono rotta di meno le palle. A parte quando nel bagno del ristorante ti togli i trenta grammi di riso dal reggiseno.

2.5.02

Poteva la natura darmi dei capezzoli asimmetrici su una misera seconda, mi sarei lamentata di meno.
Poteva mia madre fuggire con un venditore di olio di serpente e lasciarmi sola, mi sarei lamentata di meno.
Potevano i ladri milanesi rubarmi altri dieci cd dei miei “NO-PRESTITO” insieme alla macchina, lo scorso novembre.
Ho spaccato bottiglie per un totale di dodici giorni a raccogliere i vetrini insidiosissimi che ti si attaccano alle calze, ma anche tutto questo va sotto la categoria: “tragedia incommensurabile ma ricomprabile”. (Tranne il bootleg di Black dei Pearl, quello devo averlo scritto anche sulla denuncia in questura perché in fondo, la mia compagnia assicurativa DEVE, DEVE capire. DEVE capire che mi deve un anno della mia vita, di cui di concreto era rimasto solo l’odore di quella copertina).
Poteva il caso farmi nascere insensibile al fascino di Al Pacino mentre guarda il fratello Fredo e “u are nothing to me.
Not a brother, not a friend.”, mi sarei lamentata di meno.
Ma il caffè.
Mi scorre nelle vene insieme alle croste del parmigiano reggiano.
E impedirmelo, così su due piedi in un pronto soccorso, no. Preparatemi prima, dio benedetto, ho dei sentimenti anch’io.
E non per ristrettezza di vedute, ma non so perché al caffè d’orzo associo le penne al ragù bolognese che ho mangiato a Canterbury.