9.6.06

1 giugno
Tangenziale ovest prima del ponte.
Quindicimila macchine con ombrelloni da mare sul portasci.
Pastori tedeschi imballati a forma di parallelepipedi e inseriti al millimetro nel bagagliaio, nello spazio ortogonale lasciato da due valigie rigide. Scatolette di simmenthal sfuse sparse per l’abitacolo, una sul cruscotto per l’emozione di vederla slittare a destra e a sinistra ad ogni curva.
La prossima uscita è Milano S.Siro
Penso, nell’ordine:
-Forse non stanno per uscire alla prossima;
-L’unica automobile deambulante per scopi lavorativi sono io.
-Se il dio dei pastori tedeschi esiste, arriverà a minuti su una zonda
-Dovrebbero prevedere la corsia Vacanza e lasciare tre corsie Fatturato
-A casa di un mio amico ho visto 450 matite ikea. Quando gli ho chiesto qualcosa per scrivere mi ha risposto: devo andare a vedere di sopra. Quando gli ho fatto notare che lì vicino al portadroghe c’erano centinaia di matite mi ha risposto: si ma quelle non si usano.
-Non capisco dove un essere umano possa andare per stare un giorno e mezzo e poi tornare.

Tra le quindicimila auto che stanno per raggiungere la festa mormona della cicoria, un paio di annotazioni.
Furgoncino fiat bianco targato Napoli, con due croci rosse dietro, lampeggiante blu sopra e la scritta, in piccolo : traslochi veloci.
Nella macchina parallela alla mia nella corsia a sinistra, bambino che saluta.
Il bambino che fa mano-pugno-mano-pugno lo fa perché:
a. suo padre saluta ancora così a 50 anni, anche a lavoro.
b. gli hanno detto che tra dieci minuti sono arrivati a Catania.
Precisamente, il bambino fa manopugno per i 65 minuti di coda.
Ogni tanto controllo se fa pause, ma no. Se riduce il ritmo, ma no.
Provate a fare manopugno per un minuto. Al trentesimo secondo siete a letto con la febbre.
Siamo a 2km/h. E’ da notare però che da una settimana non posso superare i 160. sopra i 160 i tendini del collo per spiegabili motivi, si sfilacciano tipo calze quindici denari.
Perché.

Via Tonale, ore 17.30
Cammino in direzione ufficio di un cliente.
Non capisco a posteriori cosa volesse ricavare dal suo obiettivo, ma questo ragazzo, capelli neri corti viso squadrato, uno e settanta e fattezze sudeuropee, viene verso di me deciso, con una mano mi stringe la gola e con l’altra cerca di prendermi il cellulare.
Vorrei dirgli : le mie scarpe a tacco metallico sono costate il doppio.
e: non ho scaricato la rubrica sul portatile, dammi cinque minuti, lo faccio via bluetooth.
e: perché cazzo mi stai strangolando.
Il fattore strangolamento è probabilmente la tecnica pallanuoto. Ti spingono sott’acqua, ti tengono la testa sotto fino a quando per non morire annegato devi lasciare la palla.
La reazione giusta è : mollare la presa e lasciargli il cellulare.
La reazione sbagliata è: non mollare la presa e rischiare una coltellata in pancia.
Io eseguo precisamente il peggiorativo della seconda reazione. Cioè, tiro fuori il mio lato rissoso e comincio a prenderlo a ginocchiate.
Tanto per capirci, non è che via Tonale sia poco trafficata. Mi spiace annotare che alcuni cinesi che hanno visto non hanno mosso un dito. Escono due ragazzi da un negozio di fotografie, probabilmente per una mia esecrazione poetica. il nostro si accorge, mi strappa un certo numero di capelli e scappa con il cellulare. Io con una semi-lussazione alla spalla ho quasi voglia di inseguirlo insieme ai fotografi. Mi vedo con una scarpa si e una no in stazione centrale a picchiarlo con il tacco metallico, supervisionata dai due ragazzi con i camici canon.
Poi mi accorgo di non vedere niente perché ovviamente le lenti a contatto, in caso di aggressione, evaporano. Una ragazza vestita di bianco, che mi dice di abitare lì, mi porta nel negozio di fotografie, interni bianchi, camici bianchi. Gesù mi indica la porta del bagno.
Poi due uomini di colore mi riportano il cellulare a pezzi, che il nostro ha buttato dietro di sé in corsa, inseguito dai fotografi. Per i successivi dieci minuti vedo a due colori.
Poi vado a comprare le lenti guidata da un pastore tedesco e faccio la mia presentazione dal cliente, senza una spalla e diffusamente sanguinante.
Amo tenere riunioni con ematomi visibili e distorsioni, e fingere che mi sono lussata la spalla lavorando con photoshop. Perché succede.

Questo, la settimana prima del ponte.
Ora in tangenziale siamo fermi. Si pensa a un incidente ma all’orizzonte non si vede altro che coda. La gente comincia a uscire dalle macchine perché se proprio non vedi un cazzo, ti senti meglio a non vedere un cazzo da fuori. I cani parallelepipedi abbaiano per i crampi. La sensazione di essere fermi in coda quando nella corsia di ritorno c’è il deserto e un apecar ogni quindici minuti, è esattamente quella che hai a guardare il desktop blu con tre icone del tuo collega (risorse del computer, cestino e explorer formato 64×64) e poi girare di nuovo la faccia sul tuo (canto ventitreesimo dell’inferno)
Mentre tutti sono al telefono con le località balneari e gli alberghi, appoggio il tubetto chiuso di lasonil sulla spalla. Così, per velocità.
Il lasonil me lo ha dato mia madre. Come una vera madre, appena mi ha visto sanguinante mi ha consegnato un sacchetto di farmaci e la minestra di farro del giorno prima.
Dicendo. Tesoro, per la prossima volta che ti aggrediscono, portati un paio di lenti a contatto di riserva in macchina.

12.5.06

Primo maggio. Quando per qualche motivo a me ignoto tutti i miei clienti sono alle Maldive, c’è sempre qualcuno che si impegna a punirmi con un’incombenza imprescindibile.
Cerimonia nuziale.
Lui, ex-compagno di liceo, comunista anarchico, rapper, osservante del corano, albero genealogico brianzolo greggio. Uno di quei compagni di liceo che si distinguono perché tra una lezione e l’altra riproducono fedelmente pacman saltellando in ginocchio a bocca aperta con la felpa gialla tra i banchi.
Uno di quei compagni che a pensarci bene ti devono sempre centomila lire.
Ma non solo a me, a più o meno tutti quelli che sono stati invitati al matrimonio e hanno dovuto fargli il regalo da 100 euro.
Ora, dopo 9 anni, presidente dell’Azione Giovani, fervente cattolico, anello con rosario d’oro sull’anulare, laurea in storia, tesi sui Grandi Padri.

Lei, albero genealogico pienamente lucano, futura madre, moglie con perenne guanto da forno, donna perfetta da lavanda ai piedi e tieni caro la tua pipa e il tuo tabacco. Lei, fornella, fidanzata da 10 anni con Grandi Padri.

Ore 14.
Mia sorella sfonda la porta della mansarda con un ariete. Dopo 24 minuti durante i quali mi sta schiaffeggiando durissimo, riprendo conoscenza e la consapevolezza che non ho voglia di vivere.
Io, il primo maggio, non ho voglia di vivere.
Mia sorella. Mattina dal parrucchiere, mezzamattina a stirare i capelli all’amica in panico boccoli che la snaturano, con la piastra Bellissima di Diego della Palma, uno strumento che inizia sui capelli e finisce a schiacciare zanzare all’uopo.
Io mi alzo completamente vestita da spettatrice non consenziente di matrimonio.
Controllo il numerico sigarette e mentre mia sorella si versa 2 etti di aloe vera nelle sue scarpe tacco 8 sono pronta.
Chiesa.
Mia sorella: “come ti sembra il vestito di fornella?”
Io: “francamente un po’ eccessivo”
Alla fine della messa mi accorgerò di aver scambiato la sposa con il prete, tutto il tempo.
Quando dormi 50 minuti la diottria si abbassa drasticamente.
Tutti sembrano bellissimi, con il blur 80%, niente punti neri, niente imperfezioni, un colorito compatto. Tempo fa, quando ho scambiato uno zaino per mia madre e ho fatto il discorso sui ‘dieci modi di morire per aver toccato il mio portatile’, allo zaino, ho capito di portare lenti a contatto sotto la mia diottria. Ma non voglio evolvere otticamente.
Non voglio vedere il mondo a 10 decimi, è un dramma. Chi celebra i propri dieci decimi gloriandosi di non aver mai portato occhiali non capisce che è un condannato, uno schiavo della sua vista 300dpi.
Io non vedo le deturpazioni sulla carrozzeria del bmw. A due metri non vedo la differenza tra divx e dvd. Vedo Dio alle 4 di notte sul mio tetto.
Poi senza lenti a contatto: i vantaggi estremi.
Entro in sala operatoria, e non vedo un cazzo. Non vedo la faccia dei dottori, non vedo gli strumenti, non vedo gli aghi. Vedo un’alone verde e sento voci. Zero traumi da coltellino chirurgico.

Vedo in modo sfocato Grandi Padri che allunga la mano per ricevere l’anello. Essendo la mano sbagliata, Fornella la guarda, si irrita, la rifiuta elargendo uno schiaffetto che dovrebbe avergli slogato il polso (sbagliato), quindi il nostro arretra, guarda il viso furioso di lei, e allunga la mano giusta.
Tremante.
Ho due cose in comune con Grandi Padri in questo momento.
Entrambi abbiamo dormito un’ora. Entrambi ci chiediamo cosa cazzo ci facciamo qui.
Lei, in abito non bianco per determinare che — e anche più volte, ha dormito 12 ore. (cito testualmente: ero stanca, ho dormito 12 ore).
Considerando che io dormo 12 ore in 4 giorni, fornella diventa il mio eroe in atto.
Special Guest Star del Matrimonio, Mp.
Mp è uno di quegli esseri umani che ti fanno capire perché vuoi stare al mondo in cinque minuti.
Non invitare Mp a questo matrimonio è come sparare a John Lennon.
Di fatto Mp non è stato invitato a questo matrimonio.
Ma lui si presenta in chiesa, si siede con me su una panca. Mi srotola il suo curriculum ecclesiastico. Chierichetto per cinque anni, vince un viaggio a Roma. A 11 anni serve messa a Roma, officiante: Papa Wojtyla. Wojtyla al termine della messa saluta tutti i chierichetti, si avvicina al nostro e gli dice.
W. ciao figliolo
Mp: ti saluta la mia bisnonna (da copione)
W. ah salutamela tanto
Mp: quando mangiamo?
Mp, come regalo di nozze a Grandi Padri, oltre al vassoio standard di LuigiXVI, ha comprato un portachiavi d’argento a forma di pene. Allungabile. Dimensionabile.
Per i sopraindicati meriti viene trascinato al ristorante. Tutti i tavoli hanno nomi di fiori poco comuni.
Si minacciano i camerieri per aggiungere un posto al nostro tavolo. Il tavolo Prepuzio.
Nel tavolo Prepuzio+Mp ci sono due ex-fidanzate di Grandi Padri.
La prima, 3 anni di fidanzamento dai 17 ai 20 anni.
La seconda, 3 settimane di fidanzamento a 16 anni per poi accorgersi che preferiva buttarsi sui licantropi.
La seconda sono io.
L’unico ricordo che ho di questa storia è una discussione sui massimi sistemi ingentilita da stronzate. Si. quello che mi attraeva in un uomo a 16 anni era la sua capacità di parlare di concetti ontologici e contemporaneamente di vomito.
Ma.
Ore 22, torta. Alle ore 22 un normale pubblico consanguineo di matrimonio che annovera parenti arrivati all’alba dalla basilicata, è svenuto sul proprio tavolo.
Il tavolo Pisside e il tavolo Micosi stanno già dormendo, faccia sul foi gras dalle 21.15
Il tavolo Sirchia si contraddistingue per aver riunito coppie consolidate con i problemi di arredamento in fieri, più mia sorella. Mia sorella, tacciata di alcolismo al tavolo sirchia per aver bevuto due bicchieri di nero d’avola, gira per tutti i tavoli, simula affetto e improvvisa discussioni d’occasione per bere dalle bottiglie degli altri tavoli.
Al tavolo Angiosperme Dicotiledoni non c’è più nessuno. Qualcuno dorme seduto sul cesso dei bambini, quel water basso che mettono alcuni ristoranti per ostentazione, il tiro con l’arco per i piselli ubriachi.
Il tavolo Prepuzio è fuori dal ristorante, amaro e sigari.
A parlare di concetti ontologici e di vomito, ma con dieci anni in più di dizionario sulle spalle.
Li saluto, che ho Dio sul tetto da venti minuti.

11.5.06

Guardia medica. Mette lo stetoscopio in borsa, mi guarda, dice: Si alzi in piedi. Chiuda gli occhi. Alzi le braccia e si alzi in punta di piedi.
Io: chi. io?

Guardia medica: Ha particolari intolleranze per gli antibiotici?
No.
è gravida?
No.
Ha nausee?
No.
Vomito?
No.
Quando si alza la mattina ha nausee?
No.
È sicura di non essere gravida?

Guardia medica: allora può prendere l’antibiotico.
Io: ah mi faceva quelle domande perchè una donna gravida non può prendere l’antibiotico?
Guardia medica: si che può.

Guardia medica: Da quanto tossisce?
Non tossisco.
Da quando ha tosse catarrosa?
Mai avuta.
Da quando ha tosse secca?
Quando mi va il barolo di traverso.
Quindi prevalentemente che tosse ha?

Guardia medica:E’ fumatrice?
Si.
Strano, i suoi polmoni non sibilano ancora.
(Grazie)
Strano, fischio interamente la cavalcata delle valchirie con i polmoni, se stiamo zitti per un momento.

Guardia medica: bene, ha una bronchite che se non curata potrebbe diventare cronica, da quanto sta male?
Un mese.
Guardia medica: E perché non è andata dal suo medico curante?
Perché alle 2 di notte dorme come i cristiani, perché di mattina sono socialmente inaccettabile e perché preferisco i medici drogati.
Già che è in piedi mi mette in vena un po’ di sonnifero per cammelli?
Guardia medica: grazie a lei. Si riposi e si idrati. Arrivederci.

11.4.06

20.30
Arrivo in casamadre in costume da bagno con 530 ml di voltaren gel sulla schiena, quattro strati.
Dopo venti minuti dall’applicazione riesco a sbattere le palpebre senza dolore.
I tendini del collo, se sottoposti a lunghe sessioni davanti a un portatile, si annodano e fanno un’asola finale. Quando fai la retro in macchina fanno il fiocchetto tipo pacco regalo.
Se entrate in una trattoria e vedete uno che mangia le lasagne con la cannuccia, fiocchetto.
Superfiorella è davanti a rai3, sguardo luttuoso.
Mio padre non apre bocca da quando la cdl ha raggiunto la percentuale dell’unione e zittisce i presenti.
“Pà, dove hai messo la carta igienica?”
“Zitto, non cantiamo vittoria prima del tempo.”
Mio zio N., allontanato da ogni seggio elettorale per destabilizzazione dell’equilibrio psichico (sei di destra? Siamo chiusi, torni martedì) ha organizzato la Biciclettata Unione, cinquanta km in bicicletta con le bandiere di bertinotti, festa nel capannone dell’unità e infine Guccini al telefono verso le 22.30.
Mia zia S. irrompe in casamadre: “ho votato berlusconi perché lui abbassa le tasse e Prodi le alza”
Silenzio del terrore. Io e mia madre ci chiudiamo in bagno, a chiave.
Mio padre guarda S. Non muove le labbra. Molti giureranno poi che era la vena del collo a parlare.
Dice “adesso capisco perché le donne non potevano votare. Vai a casa tua, giuda iscariota.”
23.30
Mentre giro in casamadre con il sacchetto ipercoop a saccheggiare beni alimentari di prima necessità, sento proferire mezzefrasi provvisorie. Mio padre: “forchetta di voti” “altalena di risultati” “zitta non cantiamo vittoria prima del tempo” Mia madre: “prodi dov’è?” Mia nonna: “craxi dov’è?”
0.30
Supergianni, dopo mezzora di sonno agitato sulla sedia, si accorge dell’assenza di un risultato ufficiale. Scatta in piedi.
Dice “basta, abbiamo vinto” e spegne la televisione.
Fine.
Mio padre ha deciso. La sua autorità è notoriamente maggiore di quella del Viminale.
Mio zio N. sta dormendo in salotto sul sellino della bicicletta.
Io spiego a mia nonna che è finita la guerra, per sicurezza.
Mio fratello è in piazza a scrostare i cartelloni di forza italia.
Alla 1.15 Guccini telefona per sapere se mio padre ha deciso chi ha vinto, che ha sonno anche lui.

28.3.06

“Si pronto sono Frutta di Frutta Srl ho tutti i suoi dati per mandarle la lettera di certificazione *omissis*, ma mi manca il suo codice fiscale, potrebbe darmelo gentilmente? ”
Io: “Ok. Posso dettarglielo adesso.”
“perfetto”
“Effe. Emme. Gi. Ci. Acca.”
“No no aspetti, un attimo, può darmelo in nomi di città?”
“Ah. – pausa
hm.
Si.”
-panico
F.
in effetti con F è difficile. Con M non ne parliamo. Al momento mi viene solo Massachusetts.
“Font. Massachusetts. Gobba. Cazzo.”
dopo 30 secondi netti di riflessione davanti alla H, ho chiuso la telefonata.

1.3.06

L’unica volta che l’idea del suicidio mi è parsa una soluzione è stato un giovedì .tempo: nubifragio .zona: tangenziale ovest .traffico: tutti in piedi fuori dalle macchine ad aspettare Dio che sopraggiunge su una ruspa a pala cingolata, ho acceso la radio, e c’era Pellizzari.

18.1.06

Ah.
25 dicembre.
Cena di Natale in CasaMadre.
Mi alzo con effettivo anticipo per non perdermi i privilegi del barolo. Un’unica bottiglia di barolo per 21 persone e fiumi di spumador lasciati ossigenare nei decanter master Toulouse Cedrata Premium.
Nella vetrinetta di una casa di astemi potete trovare. Grappa del 34 con una pera dentro, evaporata per metà. Una bottiglia di sangria con l’etichetta della catalunya, e all’interno cellule epiteliali portatrici di lebbra e di un paio di principi attivi, valore sul mercato farmaceutico inestimabile.Varie bottiglie di vino transumate a marsala avanzato. Due fiaschetti di ottimo aceto.
Gandalf in una bottiglia di braulio.
Io, abbracciata a un sacchetto di paracetamolo puro mi verso il primo bicchiere per l’aperitivo pre-antipasto.
Mia nonna con ustioni da beccuccio di bollitore è già al secondo.
Mio zio x-files con 28 fiaschi di novello al seguito, sta già intonando Nessun Dorma.
Non vedo mio padre Jean Cloude. Sposto la tenda della finestra.
JC è su una minimoto a benzina, regalo finalizzato a mio cugino di 6 anni.ma indirettamente.
Il seienne, visibilmente incazzato a braccia conserte con sciarpa e cappello eminem, sbuffa guardando mio padre passargli a 80 km/h dal naso, fango sollevato 12 cm, impennate rilevate 30 cm.
Il seienne cerca di far notare a tutti saltando e strappandosi i pantaloni nuovi a striscette che la moto è sua. Ma gli over 40 sono in fila con il cartellino per collaudare, e mio padre passa a 90 km/h vicino ai piedi degli astanti, ginocchia a livello delle orecchie e dito medio alzato.
Quando il gruppo Nuvolari rientra, mia nonna si sta facendo un pediluvio di crema al mascarpone. Un esponente del gruppo nuvolari avvista una cyclette nel raggio di cinquanta metri nella taverna di casamadre.
Inizia la competizione. Chi fa più km in quindici minuti.
C. respira a pieni polmoni, fa ossigenazione e stretching poi declama con voce solenne ‘portate la cintura anti-ernia agonistica’
Mogli premurose durante la pedalata lanciano sui mariti spumador gran riserva e carciofini sottolio. Poi si elegge il vincitore verso le 15. Alle 15.15 si ricomincia dall’antipasto.
Mia nonna ha un po’ di mal di gola cioè la diarrea.
I coniugi M. parlano di tecnologia.
S:Abbiamo preso alice a consumo, si paga al minuto, ma se provano a connettersi (i figli) li ammazzo.
il cellulare non lo voglio neanche vedere, può capitarti che ti squilli alle 3 di notte perché c’è chi sbaglia numero.
Io: si zia, ma a parte che puoi fartelo spegnere da un tecnico specializzato su richiesta, potrebbe succedere lo stesso con il telefono di casa.
S: si ma è diverso.
Quando sono di fronte a risposte esaurienti mi blocco per farle risuonare nel silenzio.
Poi finalmente si parla di religione. Mio soggetto preferito da anni 8, da quando dio mi ha lasciato un pacchetto di marlboro sul tetto. Parlare di religione in CasaMadre è un po’ come parlare di vomito alle feste di mio fratello. I grandi classici.
Topic: si può battezzare uno che si chiama Eustorgio e non una che si chiama Fiorella perché non è il nome di una santa.
Digressioni: abbiamo tutti nomi di santi ma perché.
Siamo tutti condannati ad avere nomi di creatività duecentesca che ricordano gente che si è fatta strappare occhi, bruciata viva, perseguitata, torturata con il collare spinato.
Avere il nome di una vergine torturata a morte.
Etimologia di Fiorella.
Etimologia di Eustorgio.
Perché non posso chiamare mia figlia Black Orchid.
Perché il figlio di mio fratello non può chiamarsi BaffoMorettiDoppioMalto.
Razzismo poliedrico su nomi ‘Kevin’ e ‘Johnatan’.
Elenco di tutti gli alunni di mia madre superfiorella, comparazione nomi barra coefficiente di scemenza.
Tutti i miei amici sono santi o arcangeli.
E non hanno mai disdegnato una canna, mentre mia madre che non ha mai detto “culo” nella sua vita, se si ostina a farsi chiamare Fiorella, finirà all’inferno.
Non dovresti essere così tranquilla.
F: cosa c’entra, il paradiso è dei giusti.
A: o di quelli che chiedono perdono.
Quando siamo alla digressione sulle richieste di perdono dei serial killer, il gruppo nuvolari finisce il torneo di calcetto e va alle docce. Quando tornano si mettono a tavola e dormono sui piatti.
Mio fratello entra con una vanga e si svegliano contemporaneamente.
Provate questo test. Siete a tavola con parenti, situazione narcotica.
Fate entrare chiunque con un attrezzo qualsiasi e tutti gli individui di sesso maschile si scuoteranno dall’inerzia. Vale anche con un cavo di rete.
Per scuotere l’inerzia di una platea femminile, entrate con viso sofferente e dichiarate sottovoce di avere mestruazioni dolorose.
La vanga serve a spalare la neve nel cortile per creare una pista da bob.
Con salto.
Il gruppo nuvolari, esponente più giovane: 48 anni, strappa dalle mani dei seienne provvisto di sorriso jackass, il suo bob personalizzato. La competizione finisce alle ore 23, con un paio di costole rotte.
Perché chiunque voglia fare il natale in casa mia non deve tenerci troppo alla vita.
Due giorni dopo, strade ghiacciate, mio padre andrà a lavoro con la minimoto.

12.1.06

Il 90% degli arrestati per sparatorie sulla folla, dichiara che la goccia che ha fatto traboccare il vaso prima del gesto inconsulto è stato il rumore del floppy disk mentre smascella nel pc.
E basta con questi cazzo di floppy.

28.12.05

Constantine.
Mi pareva di aver letto la parola Hellblazer sul retro di copertina, non Buffy. ma.
Interessata al cancro ai polmoni di keanu reeves riesco ad arrivare alla fine.
E poi. L’epilogo della cicca antifumo.
rew.play. epilogo della cicca antifumo.
rew.play. Pensavo di aver girato erroneamente su Natale in India invece no. epilogo della cicca antifumo.
Fisso i titoli di coda per due minuti in cerca del nome di Girolamo Sirchia americanizzato.
Poi, in successione di eventi:
Ringrazio il signore per non avermi mai dato il coraggio di andare al cinema in questi undici mesi.
Mi accendo una sigaretta con 38 di febbre e lussureggianti infiammazioni alle vie respiratorie.
Penso intensamente al concetto di lapidazione per sceneggiatori.
Metto il dvd nello scolapiatti.
Mia nonna mi ha chiesto una volta perché i miei piattini da caffé sono così disomogenei.
Se ho rotto il corredo.
Epilogo. Dare più euro ai lavavetri e meno a blockbuster.

12.12.05

Neve.
Mentre la cammellata di dieci bmw serie 3 avanza per la novedratese in retromarcia, tutte legate con una fune trainata dalla metafisica, mio fratello con fiat punto del 95 sorpassa su due ruote a 120km/h la fila, cantando fratelli d’italia.
Io. Sospinta da eroismo tento la performance della rampa del paese antecedente al mio.
Ai lati della strada, diciotto lupi della steppa con berretto scaldaorecchie ruotano la testa a 30°, braccia conserte, seduti con espressione da sala d’aspetto del ginecologo.
All’attivo c’è solo una ruota che gira tra le due posteriori, l’altra è immobilizzata per motivi personali. si devia a sinistra verso il muretto.
Ora girano tutte e due ma non si avanza di un centimetro.
Ora si fermano entrambe e si scivola indietro, assenza di acceleratore. Ad un’attenta analisi, assenza di ogni comando. Rimane Dio a governare la mia trazione posteriore.
Cosa fare: mettersi a braccia conserte e aspettare.
Quando rinvengo, sono scivolata indietro fino alla farmacia.
Cosa fare: comprare valium con una ricetta del 2001.
Chiamare l’unica persona che ha portato una donna incinta al nono mese in un rifugio di montagna con l’alfetta trazione posteriore, valicando crepacci e laghi di ghiaccio.
Alla partenza della spedizione suicidio, i due neo sposi, vedendo gran cherokee tornare indietro a 5km/h con vestiti sporchi di vomito panna e funghi, non si erano scoraggiati.
Il fatto che ogni famiglia dotata di jeep alzava le mani gridando di tornare indietro non rappresentava un ostacolo al raggiungimento del ghiacciaio della morte.
Poi una voragine. Le due ruote posteriori nel vuoto.
La donna incinta che si accarezzava la pancia.
Io, dentro la pancia, che mi sentivo accarezzare il culo.
Chiamo al telefono mio padre, supergianni.
Come kirk chiama spock.
Io sono solo umana.
In questi casi di emergenza sportiva mio padre ha un’efficienza da telefilm americano.
Arriva su un’auto muletto di cui insabbierà l’esistenza e corre verso di me con scarponcini neve anticriptonite massima aderenza. Ha già fatto delle macro in excel durante il viaggio e studiato la tattica di evacuazione, io sto nei sedili posteriori con Grissom a fare peso.
Fa un paio di prove in zona pianeggiante, il tanto per decidermi a tornare a casa a piedi.
Ma lui no. Lui, J. Cloude V. Damme, ride.
Procediamo con moto oscillante per la salita.
Non è il motore che fa avanzare l’auto, è l’entropia.
Io, che conservo nel cervelletto un incidente non recente ma traumatico su neve, mi sto cagando in mano.
moriremo tutti è il mio mantra per otto minuti.
Mentre JCVD si diverte osservando come la macchina si muove in orizzontale senza più controllo, mio fratello con fiat punto del 95 ci gira intorno a cerchio cantando la sigla di quark.
Quando vedo il mio cancello di casa, magari arrivo solo ferita è il mio mantra per due minuti.
E mio padre lo fa.
Gridolino pre-lancio a inizio pista di discesa libera, freno a mano.
Due cm a destra dal cancello, tre cm a sinistra dal muretto, rotazione di 180, fosbury e cerchio di fuoco. Box.
Dopo aver rischiato di distruggere una bmw e di commettere figlicidio, esce dall’abitacolo dal finestrino e dice: “scusa se vado di fretta, ma adesso inizia la seconda parte di un film di stallone.”

9.12.05

La trasmissione televisiva ‘Le iene’ è globalmente una telepromozione per la categoria professionale della troia, con singolare favoreggiamento per quella cinese.

5.12.05

Se non esistesse la casa automobilistica bmw i volontari della crocerossa, durante le bufere di neve, sarebbero tutti a casa a grattarsi meritatamente il pietrone.

23.11.05

Nel libretto bmw al capitolo “in caso di neve” c’è il numero di una concessionaria di suzuki maruti a Berlino, e sotto in neretto quello di Johann Faust.