12.5.04

Ma vogliamo parlarne.
Solito grande magazzino collaudato, porte scorrevoli.
Io. Spengo la sigaretta in una scultura di pongo dei bambini della Scuola Elementare Italo Calvino in esposizione per la festa della mamma. Ma distrattamente.
Si avvisano i gentili clienti che il centro commerciale Abbacchio comincia l’evacuazione tra venti minuti.
Cammino cercando i cinquanta euro che ho messo nel cd dei muse che ho lasciato in macchina. Percepisco una sagoma avvicinarsi.
“Ciao, sono Tiziano, feticista dei piedi, vieni con me a provare un paio di scarpe?”
Alzo la faccia lentamente con il prurito per il porto d’armi, sorrido con le sopracciglia.
“non posso. Ho già un feticista personale. Sai, avendo sette dita per ogni piede.”
Sorride. Quarant’anni. lineamenti tedeschi, completo da rappresentante, ventiquattrore carica di biglietti da visita TIZIANO FETICISTA DEI PIEDI e taglio di capelli bluetooth. Pancia.
“ma non pensare male, io volevo solo offrirti un lavoro. La barista di un locale-karaoke a carate brianza non ti interessa? Il locale è mio”
“si. ma solo se fate la festa rumena al mercoledì e suonate dragostea. Mi reggi il carrello, grazie”
regge. Mi segue mentre butto la spesa nel carrello guardando tra gli scaffali. Mentre sto leggendo la marca di olive non denocciolate, lui parla e mi fissa gli stivali.
Giro l’angolo nel reparto yogurt, mi volto a localizzarlo, lo vedo che arriva sudato spingendo il carrello.
“lo sai come sei fortunata? Tra tutti i baciatori-di-seni che hai trovato nella tua vita adesso hai trovato me, feticista-dei-piedi.”
Applausi.
”ma guarda che si trovano anche sulle pagine gialle. Tiziano, ma sono le nove. Tu dovrai andare al tuo locale a caricare i cd dei black sabbath al contrario, non voglio trattenerti.”
“chi? No, senti, non mi lascerai mica andare via così”
“no, se la smetti di sputare ti faccio ancora tenere il carrello”
Immobile. Silenzio.
Finalmente l’ha presa male.
No, sorride.
Apre la sua ventiquattrore. Prende un biglietto da visita. Tiziano, riflessologia dei piedi. raffinato.
Segna il suo secondo numero di cell dietro, l’indirizzo del locale, il numero di casa ma non chiamare qui che mia madre è sorda e non capisce più o meno un cazzo.
“chiamami”
“appena tolgo gli stivali. Tiziano.Ciao. non si trovano più feticisti come te. Buon karaoke.”
Se ne va ammiccando agli anni 80.
Tra l’altro sono disponibile ad inviare il suo biglietto da visita a chiunque necessiti questa figura professionale.