4.8.03

L’Egitto per il mio fenotipo propone trentamila cammelli.
il sogno di pensarli transitare in viale monza con la targhetta in alluminio recante il mio nome/indirizzo/fototessera e quindi vivere col burqua per sempre, crolla di fronte al progetto di andare in giro per tutto il corso della vacanza con il badge “SPIA POLITICA PALESTINESE”
Evitando solo per estetica di legarmi alle caviglie due sacchetti dell’esselunga, salgo sulla gobba.
Sul dromedario si può fumare.
Mi sento un fotogramma del film MalcomX per venti minuti di odore inaccettabile, che impregna ogni tipo di tessuto incluso lattice akuel grandi scontri
Voce lontana di una guida.
Dopo aver bevuto il thè beduino ancora voce lontana di una guida ma doppiata da ferruccio amendola.
“Alla vostra destra, il nulla.”
“Non fotografate le carcasse di cani abbandonate nel deserto”
“Non fate caso ai cartelli FIRE ZONE, ARMED ZONE”
“se il vostro cammello sta per calcare una mina, avvertite gli altri”
“le pallottole volanti non si vedono, si sentono solamente”
“Non date i vostri orecchini de beers alle zingare”
Torno al villaggio vodafone (un ripetitore ogni 2 mt, un casinò ogni 200), rimuovo pantaloni di lino + nike + maglietta. Li infilo effervescenti in un sacchetto non biodegradabile, ci scrivo sopra CAMMELLO con uni-posca fuxia. Annodo saldamente per non intaccare l’ecosistema aeriforme.
4 ore dopo lo incenerisco sul sinai, sopra un cespuglio eccentricamente ardente di fuoco perpetuo