Mi dispiace. Ma uno che ha il desktop di dumbo non puo’ permettersi di contrastarmi fonicamente Elderly Woman Behind The Counter in a Small Town con l’ultima delle Tatu.

quando smau si avvicina distribuiscono all’entrata di viale monza delle compresse di psicofarmaci talmente grosse che io personalmente le spacco col ginocchio.

ore 15.00, ufficio.
esco in corridoio.
Frontale con collega donna dell’Amministrazione.
Quarta contro seconda e mezzo.
L’ho schienata.

Ci sguazzo nell’antipatia navigazionale, e se creando un sito che un po’ ti rappresenta ti esce fuori un portale, allora vuol dire che devi seriamente riesaminare la tua vita.

Fame. Ma il tuo cliente è probabilmente food-less. Non accenna a frasi di commiato, e nella session telefonica ti esagera di Per-Elisa-midi come musica di attesa. Vedi che il tuo collega furtivo tira fuori dal thermos criogenico una teglia di pizzoccheri.
Delirio creativo di due consulenti microsoft nel corridoio che scartano un vassoio di cannoli siciliani.
Allucinazioni di mia madre che entra nel mio ufficio con una pentola di caldarroste.
Quando vedo tutta la lista icq in away mi calano automaticamente gli zuccheri.

[…]
Seduto nell’angolo punitivo, tirò le somme dei dodici anni della sua vita.
Si rese conto in quel momento di non essere vestito abbastanza bene per affrontare i suoi due smisurati quesiti esistenziali, quelli che ormai lo accompagnavano per la strada la mattina, che lo scortavano a merenda, all’intervallo e anche al vespasiano.
Uno. Cosa la natura gli aveva dato? E cosa avrebbe potuto fare nella vita?
Due. Come poteva rubare i pattini Fisher Price di suo cugino Colla?
Si concentrò sul secondo.
[…]
20 pagine ancora?
sono mostruosamente senza speranze.

quando ti accorgi che stai mettendo del sonnifero nel kitekat del tuo gatto per poterlo scannerizzare da svenuto tra un’ora, allora capisci che non ce la farai mai a riempire creativamente 20 pagine per il libro che esce tra un mese.

Ore 0.16. Non sto scaricando le ultime settecento fonts di ottobre.
Sto lavorando.
Smau è una parola che evoca tensione. I mostri di Monsters.Inc. economizzerebbero il vocabolario e le spese sussurrando solamente – in qualche carrozza metropolitana nel tratto pagano-amendolafiera – l’onomatopea.
smau è sinonimo di psicofarmaco.

Beti (my favourite woman): Ciaoooo
Arkangel (me): Ciao beti ..il mese scorso quando ero depressa non ti ho chiamata per non fare la solita telefonata in cui io piango e tu sei lì con il tigh-master.

Eire. A petto nudo, braccia aperte su una collina nebbiosa. Il vento gelido si è fermato in una foto in non so quale cassetto.
E’ così che mi piace ricordare la tua pelle bianchissima. Che abbraccia il cielo morente.

Arkangel (me):non capisco perchè, dopo tre ore di fila davanti al locale con i buttafuori che verificano se hai la basetta abbastanza simmetrica, entri e vedi i soliti due beduia di Ramallah vestiti come Braveheart che già ballano dalle 11.
MikeD (my friend): chiaro, perchè loro erano in lista tritolo..

Come posso spiegarle il lavoro che faccio?
Per mia madre la tecnologia è il thè lipton squeezable.

Ma questi aggiornamenti automatici di windows? sono anni che li rimando. Probabilmente se clicco OK cercherà di installarmi microsoft photo editor beta v 0.1

nottata drammatica.
ore 01.40 muore il comandante Picard.
ore 02.00 resuscita.
ore 03.00 mi si attacca il ciobar.

Alla conferenza in Hotel Principe di Savoia ho avuto complessivamente due soddisfazioni.
La prima: urtare la borsa di Megan Gale e non raccoglierle i tampax rotolati sulla moquette.
La seconda: richiedere formalmente a Marco Testa di adottarmi.