24.6.04

Ti alzi all’alba. Sei a Napoli. Sei a Bari. Sei a Roma. Sali su un treno, sostieni 600 km seduto su un’invicta di un kamikaze che sventola la foto di Tommaso labranca.
Dietro di te un gruppo di rumeni si sta ristorando con un pancotto di cavolo cappuccio portato da casa nelle borracce.
Parte un ticchettio sotto il tuo culo, guardi terrorizzato il kamikaze, lui ti sorride grattandosi il pietrone. Ti fa capire che ogni tuo impercettibile movimento potrebbe essere fatale.
Ti irrigidisci pensando che tra poche ore uscirai, tra poche ore il paradiso.
Il drappello rumeno comincia a cantare dragostea, qualcuno tira fuori l’hammond.
Tra poche ore uscirai, tra poche ore : Paradiso.
Poi arrivi.
A Rozzano.
Benvenuti a Rozzano.
Famosa perché è l’unica cittadina periferica di milano dove ti aprono dodici macchine servendosi di una singola siringa, Rozzano ha un solo distributore di sigarette, a 56 km dal centro, che dispensa esclusivamente Davidoff Ultra Lights.
Spazio Aurora, Blogrodeo.
Entri.
Stanno già cantando Dragostea.
Piangi.

23.6.04

Casa madre.
Vedo due sagome al buio, davanti al televisore.
capisco che sta succedendo qualcosa di internazionale.quel coefficiente di attenzione materno davanti a una partita è inquietante.coefficiente di attenzione raggiunto tra l’altro solo durante lo spezzare del pane nelle sante messe.
E parliamo di lei, mia madre, una donna che ha smesso di vedere six feet under perché ci sono gli uomini che baciano il collo di altri uomini (va bene limonare, ma NO – coccole)
Vado in cucina, ci sono tre polli arrosto con patate che tracimano dalla pirofila. Mi siedo.
I due non mi notano.
Tre bambini nudi con pannolino semi-slacciato attraversano correndo il salotto. Non li notano.
Suona il telefono. Non rispondono.
Mio fratello sid entra in casa con il taglio da moicano e un tatuaggio a forma di trapano fisher. Niente.
Ascolto.
Al primo rigore superfiorella chiama la bulgara che le stira le camicie e la licenzia.
specifico che superfiorella guarda il calcio solo ai mondiali, in piedi, con la parrucca azzurra. nel resto dell’anno afferma fieramente che il calcio è fastidioso e monotono.
Poi, lei inizia la cronaca minuto per minuto.
Estratti.
“i bulgari giocano a spintoni”
“i bulgari non guardano la palla, guardano negli occhi del piero”
“la palla è in fuorigioco”
“sbagliano i passaggi perché non tengono conto del fattore pioggia”
“si buttano in terra per riposare”
“Vieri è bravo ma è volgare”
“materazzi faceva il portiere negli scorsi mondiali.”
“Vieri col labiale ha detto ‘Porca vacca’”
(un bulgaro prende la palla nell’occhio) “vedi? Adesso fa la scena e fa finta di vomitare.”
“ma Oddo non è italiano.”
“del piero è stanco, perché non lo fanno rilassare 10 minuti?”
“l’arbitro è russo, e ha una moglie bulgara”
“galliani cosa ci fa lì”
“perdiamo.nei rigori non siamo forti”
“era rigore pieno. Ivanov almeno lo licenziano”
“c’è un bulgaro morto a bordo campo”
“la svezia ha pareggiato. Trapattoni è un incompetente.”
Poi prende la carne dal freezer e prepara sei teglie di lasagne, canticchiando felice la canzone della vodafone.

18.6.04

Ho incrociato ennio morricone sulla tangenziale est.
sdraiato su un pickup con uno scacciapensieri.
18.45.
L’asfalto evapora.
60 gradi, si comincia a sentire odore di rognone.
Tutti fermi, tranne quattro avvoltoi che a coppie sponsorizzano PastaRito e PizzaRito.
Due automobilisti aprono le portiere e scendono in strada per vedere cosa cazzo è successo. Il primo muore di insolazione dopo diciotto secondi. Il secondo è un’allucinazione collettiva.
Nella Peugeot di fianco una signora tira fuori le strisce strep e si depila gambe ascelle.
Non avanziamo di un centimetro.
Qualcuno disteso su una spiaggia delle Mauritius a ferragosto si chiederà dove io sia finita. E io sarò qui, viva grazie a una confezione di cebion arancia. Con intorno tutti automobilisti morti per dissenteria da dietorelle.
Connor McLeud, mio eterno debitore di cifra X.000 residente a Baggio non risponde al telefono. La moglie, Duncan McLeud idem.
Dovrei essere furiosa. Invece no. Sono calma.
Fino a quando la clio V6 a fianco abbassa il finestrino per condividere l’audio di Siamo Figli Di Pitagora.
Abbasso il finestrino
Scusa. spegni per due-tre minuti la radio? Mi stai ricordando che bisogna morire.
Clio: non è la radio è il cd. (occhiolino ereditato dal padre miliardario)
Fermo immagine. Pellicola color seppia. Sotto il suo mezzobusto la scritta in corsivo rosso “Il coglione”
Io: Tu hai il cd di siamo figli di Pitagora.
Clio: no, è una compilation di gabri ponte e altri. (pausa riflessiva) La vuoi?
Silenzio.
Un clacson in lontananza.
Ennio morricone comincia a suonare.
Mi accendo la sigaretta. Alzo il finestrino. Tolgo il misuratore di pressione arteriosa dall’avambraccio, esamino la cifra. Riabbasso il finestrino.
Io: Si. ho il cd in macchina. Tanto siamo fermi, me lo presti.
Clio: si (entusiasmo), aspetta (solo se mi dai il numero di telefono): solo se mi dai il numero di telefono.
Io: pronti. Te lo sto scrivendo su questo biglietto.
Passa l’ambulanza in corsia di emergenza.
Mi consegna il cd via finestrino.
Guardo il cd, sorrido.
Lo spacco in due parti. Gliene ridò una.
Clio (bovino): sei fuori?
Io: scusa, sono epilettica. Ho mancato la pastiglia delle 18. Non dovrei neanche guidare. La macchina è dell’associazione “non passo l’inverno”. Gabri Ponte ha ucciso mio padre nel 97, lanciando un cd dalla consolle e tagliandogli la carotide. Lo vuoi il bigliettino?
Clio alza il finestrino e avanza di un metro.
Peccato.
Avevo segnato il numero verde di mediashopping, prodotto: 171757, Affettaverdure rotante

16.6.04

Matt Bellamy (muse) con completo gessato sopra una maglietta rosa di qualche coniglietto giapponese.
Pianoforte nero a coda, due etti di gel in testa. Complessivamente un nano con eyeliner.
Poi tocca il pianoforte con un dito.
Io nei video sono quella che spara a un buttafuori , si siede dal do al sol (taglia del mio culo in polonia: do-sol), tira fuori la lingua lentamente e gli lecca la faccia. Ma con autocontrollo.

11.6.04

Quando alle 2.34 ti arriva un sms dalla presidenza del consiglio dei ministri per ricordarti di votare capisci che è ora di passare a EuroTel Bratislava

9.6.04

Mio fratello sid vicious.
Entra in mansarda con due dvd vergini e un rotolo di carta igienica.
Toglie 4 giga da C:\Programmi\File comuni\Microsoft Shared\web server extensions\figa
Poi si accorge della mia presenza, saluta flemmatico e si dirige verso il bagno. Mi dice: “ci metto venti minuti. Ma ho bisogno di assoluto silenzio.”
“perché non vai a cagare in casa tua.”
“perché il tuo bagno è più accogliente.” Prende casaviva e chiude la porta a chiave.
Venti minuti dopo.
Va in cucina, prende quattro birre. Travasa lentamente due moretti dentro la prima bottiglia brioblu rocchetta e due heineken dentro la seconda bottiglia brioblu rocchetta. Quelle con la plastica blu trasparente. Mette le etichette: thè al limone. Thè alla pesca.
Infila nell’invicta.
Si avvicina neutrale.
“domani devo andare a un concerto al filaforum di assago. Mi disegni una cartina della strada?”
Disegno una cartina della strada. Spiego a voce i passaggi cruciali, lui ascolta, apatico.
Infila nell’invicta.
Spegne tutte le luci della mansarda, tranne le essenziali per riuscire a gattonare. Buonanotte.
Il giorno dopo, ore 14.30
Squilla il telefono.
Mio fratello sid vicious, calmo, distaccato.
“ciao, sono a Genova, devo aver frainteso la cartina. Mi spieghi come arrivare ad Assago?”
mio fratello ha un dono.
Non ha un cazzo da fare.

7.6.04

Ricreazione rurale brianzola.
I brianzoli dei paesi, a giugno, pianificano le Feste dello Sport.
Gli organizzatori si ritrovano nell’aula del cineforum dell’oratorio alle 20.30 in gran segreto, portando dodici teglie di pizzoccheri, una chitarra e gli spartiti di morandi.
Il prete arriva per ultimo in pigiama e zoccoli, e tra gli applausi chiude le porte.
Si apre il calendario: sei serate all’aperto da preparare.
Una è il karaoke ed è già fatta. L’esperienza di karaoke sul campo vanta 62 anni di sperimentazione in cui gli organizzatori e i loro padri hanno isolato i 12 brani più gettonati.
Le bionde trecce. Dio è morto. 24000 baci. Margherita. Donne dududu. Io vagabondo che son io. Siamo donne (salerno & squillo, solo se il prete e la perpetua vanno a dormire). Il materasso (arbore). Glory Glory Alleluia. Mille lire al mese. Se c’è grande pubblico adolescente lollipop (down down down) e per finire ciuaua, che esaudisce ogni target.
Nel 97 un camionista passando per il paese durante la festa dello sport, ha sentito una canzone al karaoke e improvvisamente si è ricordato che lui da giovane era il cantante dei new trolls.
Ricordarsi di gigi, lo scemo del paese, che nelle serate di karaoke pretende di suonare le tastiere vestito da Satomi. Metterlo su un treno per Cracovia la mattina con dieci euro in mano.
Noleggiare 5 friggitrici de longhi Titanium, 600 kg di patatine surgelate e 2q di Olio Calza.
Secondo giorno, lotteria a premi.
Terzo premio: un anno di confessioni detratto.
Secondo premio: un coniglio vivo.
Primo premio: un maiale vivo.
Per il vincitore del primo premio si renderà disponibile il campo da basket dell’oratorio per una sparatoria più igienica.
Nel 2003 ricordo ancora mia cugina appena sposata, andare a casa tenendo per il collo un pollo vivo, con dietro il neo marito con un sacchetto di patate novelle.
Terzo giorno. Esibizione di karate.
2 ore di silenzio in cui dodici ragazzini con il kimono si siedono sul tappeto e ogni quaranta minuti gridano vocali aperte. I bambini spettatori vengono legati alla sedia e fasciati sulla bocca con nastro adesivo per imballi.
E’ tutto quello che voglio da un paese. Bambini imbavagliati.
E’ la serata migliore. La serata in cui io, in piedi sul tetto, non grido ‘ma vaffanculo’ con il megafono.
In effetti La festa dello Sport è dislocata a 50 mt dalla mansarda. Dall’alto riesco anche a vedere il maiale che dà le testate alla gabbia.
Alle 6 di mattina un gruppo di signore eccitate accendono le titanuim de longhi e si preparano a friggere. L’olio Calza penetra le pareti e si deposita sulle mie tegole. Il tetto è unto e invivibile.
Oggi durante la serata karaoke appena hanno attaccato ciuaua non sono mai stata così vicina al lexotan.
In questi giorni la parte peggiore della giornata è alle 18.30, quando in ginocchio tento di convincere i muratori rumeni a lasciarmi almeno un martello pneumatico.

4.6.04

Parcheggio di fianco a una twingo verde con i gerani sul sedile posteriore.
Una signora si infila elastica tra le due macchine con una lettiera nuova di pacca in mano. Dallo specchietto noto l’ingombro del culo. Accarezzo nervosamente il foglio di constatazione amichevole che ho nel cruscotto.
Quando apre la portiera padre pio mi passa la bic.
Sale. Avvia.
Non mette la retro.
urta il muro di fronte (80 cm). Mette la retro. Urta il panettone alle spalle (3 m). Ritorna alla posizione iniziale con precisione da geometra.
Sto proteggendo il lato destro del bmw col mio corpo quando lei esce.
chiama il posteggiatore “mi scusi, ma mi hanno praticamente recintato(pausa – mi guarda) la macchina” poi si gira ancora verso di me e aggiunge con gli occhi “e mio marito è avvocato”
Il custode con cartellino di riconoscimento “Benedetto – parcheggio” finisce di posizionare un autotreno in un posto bici e si precipita.
Porta la twingo a dieci metri dall’uscita, lasciandola in folle. “grazie signor benedetto”. mi lancia l’ultima occhiata manifestando che la legge è dalla sua.
Sbatte la portiera. Gratta. Avanza lentamente.
La macchina si spegne sotto il cartello PARCHEGGIO.
Abbassa il finestrino a manovella per 40 secondi, dimostrandoci l’intenzionalità degli eventi. Gnic.gnic.gnic.gnic.
Riavvia. Esce, disinvolta.
Io e benedetto parcheggio siamo abbracciati in piedi su uno sgabello.
Dopo un’ora sono sulla milano meda. CODA ferma e generica nell’unica corsia disponibile per lavori in corso, una processione di anabbaglianti senza fine.
Nella mia caritatevole pazienza comincio a raccogliere tutti i coni segnaletici e a radunarli nell’abitacolo.

a capo della colonna nell’unica corsia, seguita da sette chilometri di auto irritate, una twingo verde, a 17 km/h, procede godendosi il tramonto sulle colline al di là della strada davanti deserta, con i suoi venti punti di patente immacolati.

1.6.04

Ora di punta milano centro.
Mentre in retro percorro un senso unico mi accorgo di essere circondata da divieti militari.
Vedo un autosilos e contemporaneamente la sagoma di una madonna.
16 euro all’ora. onesti.
Il proprietario ha le cornee dissociate, una ti guarda dritto, l’altra scivola nell’angolo esterno dell’occhio, lentamente. Sposta lo sguardo a nord; la cornea facoltativa improvvisamente segue quella qualificata, poi ritorna al suo angolino. Ma senza fretta, con disimpegno.
“ecco il biglietto. Mi lascia le chiavi?”

si.
un attimo.”
Scappo fuori, entro in S.Ambrogio e butto le chiavi nell’acqua santiera.
La via del palazzo del commercialista è inesistente sulle mappe.
Camminando in corso Magenta due individui mi bendano gli occhi da tergo. Quando mi tolgono la benda sono davanti a una portineria.
“Studio X, grazie”
“primo piano.”
Il portinaio corre a ostruirmi il passaggio alle scale.
“ Non prenda le scale, le scale sono inagibili.”
Pulisce il pomello con uno straccio e stringe con affetto il glassex aceto multiuso.
Mi sbarra il passaggio all’ascensore.
Parla puntandomi il glassex in fronte. “No, prenda l’ascensore di destra. Quello di sinistra è inagibile.”
Mi segue, ci tiene a premere con il guanto il pulsante UNO.
I suoi occhi nella fessura tra i due portelli mi fissano mentre salgo e ammoniscono: mi stai sporcando il palazzo.
Sala riunioni. Inizia l’assemblea societaria.
Il commercialista parla di bilancio per trenta minuti, ogni tanto mi rivolge lo sguardo in cerca di approvazione.
Vorrei dirgli.
Non sto capendo un cazzo.
Sto pensando alla morte di ayrton senna.
Non sopporto chi estrae dal pacchetto una sigaretta fumata a metà e se la riaccende.
Il plico che mi hai consegnato venti minuti fa titolato ‘Relazione di bilancio’ non è scritto in italiano.
Bruce Willis in mimetica.
Cheescake al limone, 150 kg, in una vasca idromassaggio.
Ma sorrido.
Firmo al buio la relazione.
Poi si parla tra soci. La discussione degenera verso le 20. Il commercialista lascia la sala riunioni fingendo un attacco di scolo.
Ogni tanto entra per riporre sul tavolo due caraffe di isostad.
Un socio è già in piedi sulla sedia e sta stracciando la sua copia di atto costitutivo.
Un altro tira fuori dalla ventiquattrore due taniche di benzina e le appoggia sul tavolo di cristallo.
Poi decidiamo di andare a discutere al filaforum, un giorno di settimana prossima.
Usciamo dall’ufficio. Il portinaio ci sbarra la strada, lucida la targhetta “inagibile” dell’ascensore e ci indica di uscire dalle impalcature esterne.
Lo accoglieranno una settimana dopo nel pronto soccorso dell’Ospedale L.Sacco per aver infilato il pisello nel flacone di glassex splendidoccia.
Autosilos.
Ciclope guarda il parabrezza di un’audi tt ma pulisce quello di una smart adiacente.
Arrivederci.
Avvio.
“no, aspetta signorina. prova a riaccendere. La tua macchina ha fatto un rumore di ..valvole.”
Riavvio.
“Ecco, l’hai sentito?”
Lo lascio mentre controlla le valvole a una slk.