16.04.18

si lo so. ma nel 2010 dio mi ha inviato un wetransfer di merda e non ho ancora finito di scaricarlo.

22.08.16

Mentre cercavo se la pizza rientrasse in un’eventuale cura della sinusite cronica intravedo uno scambio di commenti tra due hater sotto un video di hater di tale favij e capisco che il mio tempo sulla terra è finito.

22.8.10

All’apice della carriera di paolo bonolis, cioè bimbumbam su italia1, vengo a conoscenza della teoria della compensazione dei 5 sensi.
Il pupazzo rosa sporco, Uan, quello che appena lo guardavi avevi voglia di lavarti le mani, spiega a noi undicenni che non dobbiamo preoccuparci di perdere la vista. Nel caso, l’udito, l’olfatto o il tatto prenderanno il suo posto. Esempio: la maschera di spiderman gli copre gli occhi, eppure.
Segue documentario su come costruire le fionde.
La teoria è vera.
Deprivata di alcune diottrie, riesco a riconoscere le vie dall’odore.
Esempio, la linea di confine tra l’emilia e la lombardia è quando cominci a sentire odore di all star usate.
Il tutto perché, in condizioni di cecità, il dna di famiglia ha sviluppato l’olfatto.
Mi ricordo che a 13 anni mia madre entrava in casa, annusava, chiudeva gli occhi e:
qui c’è stato R. e anche M., due ore fa.
Avete mangiato : girelle.
R. non sta molto bene, ora chiamo sua madre e le dico di dargli lo zerinol.

Giugno.
Oculista.
Lui, tipico primario abbronzato che passa in studio per vedere se gli hanno toccato il pc tra una vacanza alle Maldive e l’altra.
Oculista: da quando non fa una visita.
Io: 9 anni.
Oculista: e porta sempre le stesse gradazioni delle lenti a contatto.
Io: per dio no.
Oculista: allora, queste lenti chi gliele ha prescritte?
Considerando che mi autoprescrivo le lenti dall’età di 19 anni facendo dei test che hanno reso la mia camminata fortemente asimmetrica, mi viene in mente che la risposta “me le sono auto-prescritte, idiota” possa essere sbagliata.
“qualcuno che era in grado di farlo”.
L’oculista mi guarda come io di solito guardo Kate Winslet. Male.
Poi mi mette gli occhiali dell’ispettore gadget.
Lui: la prima riga.
Io: virgola, punto, punto, punto, virgola.
Dopo 6 tavole in cui riconoscevo solo segni d’interpunzione e il disegno del profilo di hitchcock, lui mi toglie gli occhiali di Norimberga, mi guarda come per dirmi che il suo lavoro qui è finito e che ci sono brutte notizie per tutti.
Poi, apre la bocca, la richiude, si avvilisce, e se ne va.
Ora.
Io aspetto 6 minuti facendo alcune ipotesi.
1. ha l’aereo per le Maldive
2. mi passa alle autorità di competenza
3. va a ritirare il miei 4 pastori tedeschi che traineranno il bmw

poi torna e io, figlia di mia madre e con l’olfatto affinato, capisco che ha bevuto un caffè previo limonare con una venticinquenne in ovulazione nello sgabuzzino delle scope.
io: quindi.
Lui: a boh, vai dall’ottico che ti fa la visita.

L’ottico è silvester stallone. mi fa togliere le lenti a contatto.
Poi mi prende in braccio e mi mette su una sedia.
Spegne le luci. Un dottore entra accendendole per sbaglio, lui gli tira un cazzotto in piena faccia, un calcio nello stomaco e lo butta fuori. Almeno quello che mi sembra di aver visto.
Stallone: vede più le lettere su sfondo verde o su sfondo rosso.
Io: quali lettere scusi.
Stallone: (cambia slide) vede più le lettere su sfondo verde o su sfondo rosso.
Io: cambi slide.
Stallone: (cambia slide) vede più le lettere su sfondo verde o su sfondo rosso.
Io: mi dica la sua opinione, io poi le dico se concordo o meno.
Stallone: esatto.
Dopo una ventina di diapositive delle sue vacanze a Canosa di Puglia siamo amici e ci stiamo già divertendo a insultare sandro bondi.
Quindi mi aggiunge un paio di diottrie nel certificato e mi regala il collirio anti-age, dà una pacca sul culo alla segretaria e entra nello sgabuzzino delle scope.

Non sto dicendo che trovare una laurea nel cestello “tutto a un euro” del carrefour sia facile. devi indovinare il giorno giusto e non arrivare troppo tardi in mattinata.

10.4.10

Di C. alle elementari ho due intensi ricordi, l’Amiga e i Lemmings. La sua esistenza a prescindere da questi due punti era, per me, pressoché insignificante.
Alle medie la differenza tra C. casual e C. elegante erano un paio di spalline sotto la felpa charro.
Negli anni 80, c’era la credenza che un paio di spalline curassero la scoliosi. Velcro, feltro e madre in grado di cucire erano elementi indispensabili per la sopravvivenza. La garanzia del tuo fascino studiato.
Quindi C. comincia a portare le spalline correttive anche a scuola, a casa, e quando giriamo in bicicletta per il paese. Il punto è che lei, con spalline, riesce a limonare prima di me e arriva a casa mia, trionfante, con una delle due spalline al rovescio causa petting interrotto, a riportarmi tutti i particolari.
Che poi, alle medie, il tuo pensiero principale è quello di limonare. E vederti arrivare tua cugina con spalline, primi baffi e cordone scout nel tripudio ormonale, no.
Keywords del suo resoconto:
-bosco, sdraiati.-
Io, dodicenne, con tono da profeta dell’erotismo, replico che l’ambientazione selvatica è sì efficace, ma gli insetti. Il fango. I cacciatori. I serpenti. Le zanzare con l’aids.
Niente a che vedere con la prima volta in cui avrei limonato io, cioè in una villa opulenta dopo una festa, con uno splendido sconosciuto che come me è stato costretto a rimanere lì tutta la notte perché verso le 22 di sera un assassino ha ammazzato un invitato, quindi ci hanno chiuso dentro per trovarlo, e c’è ancora Colombo in giro a interrogare tutti.
Quindi uno a zero per me.
-corsa per il bosco.-
io replico che no, nel limonare sudati non c’è classe.
Due a zero per me.
Poi lei se ne va e la odio per due settimane.
Al liceo la perdo di vista a parte qualche rapida occhiata per constatare se ha deciso di vestirsi Perù per tutta la vita.
Il suo look da ingegnere la porta a frequentare ingegneria e a sposare un ingegnere.
La facoltà di ingegneria, industria di individui che io no, faccio l’ingegnere ma in realtà sono un alternativo, fabbrica cervelli in serie, li mette in vitro, e al terzo anno te li trapianta all’esame di analisi 2. L’ingegnere laureato fa psicoterapia i due anni successivi la laurea per non aggiungere, dopo ogni frase che dice, “si comunque io mi sono sbattuto più di te”. Del tipo.
Vai tu a prendere i preservativi caro?
No, vai tu, perché io nella vita mi sono sbattuto più di te.
Guardate la faccia di un ingegnere neolaureato quando gli dici che hai fatto una laurea di tre anni.
Ti guarda, sgrana gli occhi, gli tremano le labbra, sta per proferire, si ricompone, fa lo sguardo da mucca riflessiva e si spegne. Sta pensando che è troppo figo e intelligente per dirti che non ti meriti la vita che fai, e comunque lui si è sbattuto più di te.

Altro inviolabile diritto dell’ingegnere mentre è in corso, è non fare nulla tranne l’ingegnere. Del tipo.
Stai leggendo qualcosa?
Sei fuori? Io faccio ingegneria.
Hai mai letto dante?
Eh, magari, magari. purtroppo ho fatto ingegneria.

C. fa la tesi su un oscuro soggetto pertinente a una delle sterili materie ingegneristiche, includendo la realizzazione di un sito web. Punto primo. Tutte le materie di studio della facoltà di ingegneria sono superflue e ti rendono calvo.
Punto secondo. Il sito web di un ingegnere lo riconosci dal bottone “mappa” e dal fatto che chiama la grafica “le jpg”. (mi fai le jpg?una qui, una lì e una sotto. E non lo mettiamo uno sfondino sfumato con la foto del mio paese dall’alto?)

Per dire che C. si è sposata. Vuoi tu ingegnere gestionale prendere ingegnere informatico. etc. si.
La bomboniera è un mousepad con le loro facce.

27.2.10

Pinocchio >>

Ore 14.15, mattina presto, milano circonvallazione.
Mancano sei km e tre semafori illusori all’arrivo, cioè quarantacinque minuti abbondanti.
Il concetto di semaforo illusorio o apparente è la manna di tutti i lavavetri. Quando diventa verde, puoi avanzare di 30 centimetri. Ma con strafottenza agonistica.
C’è chi in 30 cm riesce a mettere la quarta o fa un burnout con l’apecar aziendale. Al verde, c’è chi ha visto una DeLorean scomparire nel nulla.
Si dice che la gara dei trenta sia stata vinta da un nonno di 80 anni su una panda, tamponato al tempo giusto da un bergamasco su un’iveco da tergo. Il nonno è uscito dalla panda demolita tra gli applausi. Il tizio sulla porsche che è arrivato secondo, gridava imbroglione, che gusto c’è a prendere una porsche se non puoi vincere nelle gare dei trenta a milano.
Al primo semaforo illusorio c’è il mio lavavetri personale. (Quando non puoi evitarlo, prenotalo.)
Si chiama Pinocchio e dovrebbe sfiorare i sette anni. Fa anche altri lavori. Accompagna in metropolitana il papà, G, con in mano il bicchierino per chiedere moneta, è capace di sputare saliva con getto parallelo al suolo per almeno due metri, fuma una marlboro rossa in due tiri e ama gesù. Suo papà faceva il falegname. Bel mestiere dico, anche il papà di gesù che si chiamava G come il tuo faceva il falegname, anche gesù avrebbe fatto il falegname se non si fosse buttato in politica.
Poi però l’attività del padre è andata in vacca, e ha ripreso una sua vecchia passione: suonare il flauto di plastica. E per velocizzare la sua ascesa artistica, si esibisce direttamente in metropolitana. Pinocchio mi dice ammirato che G sa suonare la perelisa a due mani.
Sua madre non l’ha conosciuta, ma suo padre quando beve dice che era una gran suonatrice di flauti anche lei.
Scusa pinocchio ma quanti anni hai.
Apre un palmo e aggiunge una o due dita dell’altra mano, così, indeciso.
Ma non vai a scuola.
Mi risponde che certamente, lui va a scuola.
Quando.
Quando c’è.
E da grande cosa vuoi fare.
Suonare il flauto a due mani.
Poi prende uno straccio marrone, mi sporca completamente il parabrezza e mi chiede la sigaretta. Perché pinocchio si paga a sigarette o a banane.
Perché a sette anni ha capito tutto: il futuro dell’economia è il baratto.
Su una cosa in effetti sono d’accordo con tutti i lavavetri che ho assunto come dipendenti: la sterilità del concetto di iva.
Considerando che percorro 20 metri in dieci minuti, a volte parlo con Pinocchio o lo guardo insozzare altre macchine e prelevare sigarette. Un giorno mi dice che ha fame e se ho un panino, gli do 5 euro e gli indico il bar, lui entra nel bar e esce con un pacchetto di marlboro rosse.
Semplice gestione di priorità.
Poi un giorno non l’ho visto più. Forse suo papà è ritornato nell’est, forse ha imparato a suonare il flauto a due mani.

10.10.08

Sala d’attesa.
Affascinante conversazione tra due ottantenni, tema: giorno della settimana in cui è preferibile morire.
Ottantenne con capelli (traduzione da dialetto milanese a italiano): “io no di mercoledì altrimenti la Luigia mi ammazza, è il suo giorno libero.”
Ottantenne senza: “io no di venerdì perché porta sfiga.”

A chi.

22.6.07

Mentre phonavo il mio portatile sono stata nettamente colpita da un fulmine.
o un non-morto di consistenza rosa fluo è entrato dal velux e mi ha scelto come corpo ospite.
Evitando spiegazioni razionali come tumore al cervello e raggio traente dell’enterprise in direzione erronea, posso scientificamente sostenere che il mio tacco dieci ha scaricato a terra.
Non si spiegherebbe la morte istantanea di tutte le formiche che abitano la mia mansarda.
Premessa.
L’appartamento ubicato sotto il mio non è un appartamento, ma probabilmente un formicaio madre.
Se suoni il campanello ti apre una formica in vestaglia tartan e bicchiere di armagnac.

Arriva un omino giallo con il logo di una formica e una X rossa sopra. Questo, tre mesi fa.
Allertato dall’intero condominio, parcheggia davanti a casa mia con il camioncino ghostbusters.
Egon: avete provato con il veleno per formiche?
Condominio: si. le formiche ci passano sopra ma sono morti tre gatti e svariati animali positivi.
Egon: bene. Datemi 5 ore e sgomberate gli appartamenti.
Che poi, le formiche sono animali positivi, se non inscenano il signore degli anelli il ritorno del re in salotto.
Quelli in categoria negativa, che dovrebbero morire a pioggia e che non sono parte di nessun fottuto anello dell’ecosistema sono zanzare; vespe; mosche; passerotto che fa il primo ping ogni mattina; cip e ciop perché erano francamente inutili nel panorama disney; i cinque tizi che passano la nottata sotto casa mia con le macchine aperte e ascoltano gli evanescence; gli evanescence.
Qualcuno mi ha detto che le zanzare sono l’alimento base del pipistrello, che è in via d’estinzione.
E a parte che non me ne frega un cazzo del pipistrello, cerco ancora la giustificazione esistenziale di un essere non pertinente come la vespa, a parte procurarmi uno shock anafilattico rimanendo peraltro viva. Lei.

L’uomo dei ghostbusters esce con ferite da attraversamento savana a piedi e afferma appagato che è tutto a posto.
Entro in mansarda e vedo che mi ha ammazzato Rodriguez.
Ho un ragno domestico che è l’ufficiale sostituto del vape. Se dici ‘Rodriguez’ ad alta voce, si muove. Con qualsiasi altra parola sta fermo, a parte ‘century gothic’.
Diventando vecchio aveva perso dinamicità, quindi le zanzare le ammazzavo io e gliele mettevo sulla ragnatela. Anche se preferiva moschini e prosciutto crudo.
Insomma il giorno dopo mi accorgo che Rodriguez è sparito e che sotto Rodriguez c’è una manciata di formiche sopravvissute che ha aperto la scatola del lego -castello medievale- ed è a metà costruzione.
Conclusioni.
ho finito io il castello dei lego.
a cinque ore dal fulmine sto ancora cercando i miei nuovi poteri acquisiti. a parte aver perso due diottrie in un occhio.
due moschini stanno trombando sul mio tasto P.
di mattina tengo corsi di bronchite per dilettanti.
forse su mediashopping vendono la Tac casalinga insieme al girarrosto.