30.11.02

Feltrinelli ore 21.00. Presentazione del libro di M.
Mentre -citando i nomi dei collaboratori- il mio viene chiamato al microfono da Gino & Michele io sto spalancando la portiera della mia macchina in zona Stazione Centrale per mettere le mani addosso all’autista di una Galaxy che ha appena attentato alla mia durata umana.
Ore 21.30
mentre mi chiamano sul palco io sto parlando con l’omino dell’Autosilos, ritirando un biglietto che in diagnosi preventiva pesa 20 euro.
Ore 22.00
mentre tutto finisce e partono le interviste io varco l’entrata e mi infilo dritta nel bagno per controllare se ci sia ancora qualcosa di femminile in me.
Ore 22.30
Mi assolvono sapendo che ho il fuso orario della MIR.

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dolore. per quello che è successo ore fa.
devi cavartela ancora una volta con un racconto, magari con un bagno caldo e poche lacrime.
e stanotte non dormirai, e un piccolo tumulto involontario mattutino ti scrollerà dal sonno.
e ti arrabbierai con quel rumore e ciecamente con chi l’ha deciso, creandoti valide premesse per l’ulcera.
per ricominciare un’altra giornata in cui non troverai nessun graffio di perfezione.
Fly si chiude mentre l’incenso sta finendo di bruciare sulla mensola.
Decisione di vedere l’alba sdraiata sulle tegole dure. qualcuno si aspetta la felicità da questo nuovo sole. Amarezza. Acustica ovattata di vapore acqueo freddo. Fumo di sigaretta.

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Take me away, so far away
I’m tired of looking over my shoulder
The things I’ve done way heavily
They tie me down, won’t let me go free

Angels come and take me on silver wings
Carry me of to the sky
Angels come free me from earthly things
And I’ll fly, I’ll fly..

Fly ( Lamb )

29.11.02

avere un ufficio con vista viale monza ti regala 4 sparatorie settimanali, puzza di gange al lunedì, interventi stradali a cuore aperto con attrezzi occasionali degni della casa della brugola.
Ho disdetto Palco.

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collega: è da stamattina che mi sembra di sentire da fuori una donna che grida, come se fosse ferita.
a lesson learned: mai inserire in playlist Dancing di Elisa quando condividi uno spazio professionale con l’Ignoranza.
E’ che quelle due dita di polvere sul mio tirapugni le volevo lasciare.

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Thanksgiving day (ieri).
mi sono svegliata con il desiderio effettivo di ringraziare chi, per primo, ha collegato semanticamente l’entità “nocciola” con l’entità “cioccolato.
Inutile dire quanto abbia fatto per l’etica umana.
A che pro dare Nobel ai fisici quantistici e Onori a pellegrini schiavisti quando l’inventore del cannolo siciliano circola ancora indisturbato per i parrucchieri di Catania senza essere assalito da orde di fan urlanti.
Voglio la maglietta del fanclub, voglio riempire la mia mansarda di suoi gadgets inutili, voglio il libro della sua vita e voglio in assoluto offrirmi gratuitamente come webdesigner del suo sito.

28.11.02

Nubifragio e Febbre provocano danni esistenziali.
9 notti che non salgo sul tetto, si rasenta l’astinenza.
Il cuscino destinato al mio culo insonne si fradicia sulle tegole, il Corriere datato i primi di novembre si cementifica, le biro abbandonate perdono liquido nero sul mattone.
Chiedo in prestito tuta antipioggia o scafandro per recuperare il vocabolario garzanti italiano-inglese che in questo momento ricordo fulgidamente dove sia appoggiato

27.11.02

il mio messaggio ufficiale di segreteria sul cellulare aziendale:
“buonasera, questo messaggio verrà registrato automaticamente sulla segreteria telefonica del commercialista di ‘arkangel’ e sarà adeguatamente deriso. La ringraziamo e arrivederci.”

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Ho guadato viale Jenner con l’espressione atavica di una statua di legno indiana.
Durante l’iter catartico milanese un muso di gabbiano mi avrebbe sepolto con la sua mimica facciale.
Destabilizzazione complessiva.
Monovolume posteggiate sull’argine dell’immissario di viale Marche invase di acqua e di fauna marittima parassitica.
Palombari dosati nella toponomastica cittadina dalle forze dell’ordine, in aiuto alle fiat punto di signore sessantenni di ritorno dallo SMA.
Tir che scompaiono uno dietro l’altro in una buca colma di acqua fangosa; avvistato un autosnodato polacco lungo 18 metri immergersi nello stesso punto e mai più ricomparire.
In definitiva, due ansa.
Il triangolo delle Bermuda ha variato grado di longitudine.
Viale Zara è da oggi un affluente del Seveso.
Mai dimenticarsi il repellente anti-squalo a casa.

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Go on wishlist.
Un cellulare nella mia mansarda è come un orosaiwa nel latte in polvere.
vorrei che qualche società avanguardista distribuisse pioniericamente piccoli ripetitori omnitel portatili e direttamente installabili sul tavolo della cucina di casa propria.
Basta pinete, basta aria pulita. La location non cancerogena mi preclude vita sociale telefonica.

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Il mio gatto dorme in piedi.
Ma questo non è sorprendente.
La cosa sorprendente è che ci riesce con una zampa fuori dal piano d’appoggio.
In aria.
Dorme oscillando in modo centripeto.
Voglio trapiantarmi i timpani di un felino.

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ore 19:30 realizzo di essere tornata in Viale Monza.
Il vortice influenzale ha rubato 6 giorni di tempo senza rughe di 24enne potenziale testimonial redbull.
Anche se in verità, mi piacciono le rughe.
Ne ho una in formato tif di Clint Estwood.
Pesa 2 giga.
Voglio la massima risoluzione per le opere d’arte.

24.11.02


November Rain

Il 24 novembre 1991 ero una tredicenne.
Ascoltavo ancora Radio Reporter, i cui virtuosismi umoristici sono documentati adeguatamente su cassettine adolescenziali dal valore inestimabile e in parte perse per sempre nel furto della mia macchina in Viale Monza.
Non che sia scontenta di fortificare la preparazione musicale di qualche mente criminale con pezzi del livello di Would. Ma.

Ricordo perfettamente di averlo sentito nel notiziario di quella Radio.
Era morto lui, l’omosessuale più carismatico di cui abbia mai comprato più di tre cd.
Il mio primo gruppo musicale in assoluto, dopo le compilation in 45 di Eather Parisi e un Sanremo remoto che ammuffisce sotto l’Enciclopedia Delle Donne, grande acquisto del passeggero e violento femminismo materno.
Freddie ha chiuso definitivamente la mia adolescenza con una lacrima e uno sguardo fisso a una cassa nera kenwood.
Non avevo neanche avuto la possibilità costituzionale di andare a un suo concerto.
Wembley si era consumato senza di me, nel suo trionfo britannico di petti nudi e pantaloni attillati.

Freddie. ti idealizzavo così tanto che ho sempre voluto pensare che quello fosse finto ermellino.
Ti idealizzavo così tanto che nella mia ignoranza linguistica bycicle race era una profondissima canzone d’amore.
Così tanto che comprare l’anello con teschio dei Guns N’Roses fu quasi tradimento.
And it’s hard to hold a candle
In the cold November Rain