28.2.03

Per scemare i picchi di nervosismo comunicativo prevedo di comprare un pungiball con la faccia di Gasparri


refuso>punching-ball.
In caso di incertezze ortografiche, cliccare F1 su LiveFast.

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svegliarmi sedicenne
quando si faceva il test di cooper sui vhs di moana
si degustava ancora batida
e la parola barbiturico esulava dal tuo glossario

27.2.03

Da un distributore è eruttato spontaneamente, al mio accostarsi previo l’inserimento di conio, un pacchetto di rosse.
parafrasi della mia condizione
E del mio cielo di febbraio

25.2.03

Logico esito di febbraio collerico 2003
L’addio a Viale Monza.
3 anni di agonismo automobilistico carimate-precotto
3 anni di tessera punti sma
3 anni di paglia matrimoniale sistematica intervallata
i miei polmoni deplorano già l’irregolarità a cui verranno incontro.
[Il resto del post è stato criptato ed è stata metodicamente obliata la password]

24.2.03

Ieri ho incrociato l’anti-Arkangel.
L’ho ascoltato come se guardassi per la prima volta Microcosmo.

L’anti-Arkangel si sveglia alle 6 di mattino e si installa sullo sgabello di canapa.
Beve un calice d’acqua a temperatura ambiente che ha lasciato acclimatare durante la notte.
Chiude gli occhi e ripete la parola “PIEDE” (invento, non ha voluto svelarla) per 30 minuti, evitando che qualsivoglia minimo pensiero possa affacciarsi nel budino cerebrale.
Il suo cervelletto elude gli stimoli esterni, fucilate limitrofe comprese, e piedepiedepiedepiedepiedepiede.
Riapre gli occhi e brilla di luce propria. Galoppa in cucina intonando il motivo di vodafoneomnitel, versa 345 g di cornflakes standard nella tazza Club della Crusca e 200ml di latte scremato.
Galoppa in bagno con al collo la medaglia oro Premio Intestino 1990-2002.
Mangia la banana a mezza giornata.
Elimina i carboidrati dopo le 16.
Sa a cosa serve un integratore di Zinco.
Alle ore 17.56 ha già la tuta da sci in ufficio.
Il primo sbadiglio lo apporta alle ore 9.30
Considera il Costanzo un orario inammissibile.
Stima il letto il miglior amico della pelle giovane.

L’Arkangel si sveglia alle 9 del mattino nel mezzo di contese onirico-politiche.
Si siede sul piumone per placare i crampi; chiude gli occhi e ripete la parola “DIODIUNAMADONNA” per 30 minuti, evitando di calcolare il numero effettivo di ore dormite.
Il suo cervelletto riepiloga in ordine prioritario i fattori stimolanti per cui vale la pena stare al mondo, e i propri dati anagrafici, per ripasso.
Riapre gli occhi e vede foschia. Cammina per tracciati tortuosi evitando scatole di ipnotico-sedativi, volumi di calvin&hobbes, fogli scritti, tazze piccadilly circus con bustina di earl grey + filtro di sigaretta barclay.
Deambula in doccia e si lascia investire da dieci minuti di acqua equatoriale e bagnoschiumi alle alghe energizzanti del lago di Como.
Recupera i livelli di istruzione che le permettono di mettere la prima e la retro.
Manifesta nausea al concetto di Orosaiwa.
Avvia l’assunzione di cioccolato dopo le 16.
Sa a cosa serve la benzodiazepina
Alle ore 17.56 rinviene la deontologia professionale.
Alle ore 3.00 tenta il suicidio con bicchieri da aperitivo
Considera South Park orario di cena
Stima il tetto il miglior amico della razionalità moribonda.

22.2.03

Lecco-Milano corsia di accelerazione.
320D identica alla mia salvo colore si lancia in intimidazioni agonistiche.
Si percorre il tratto superstradale seminando terrore e sofferenza alla circolazione convenzionale ma soprattutto alla casalinga sulla Polo in ritardo per vedere i sunti ciclici di grandefratello e al tir con insegna lampeggiante SALVATORE FIGLIO DI DIO.
Tra parentesi mi scuso, ma a me la polizia sulla Fiat Punto non riesce a mettere ansia.
Primi semafori. Il nemico cala il finestrino e grida “CAFFE’”.
Decongestionamento.
in definitiva lo apprezzo perché ha perso, ma gli faccio il segno di orologio barra spaccacazzi.
Segue indefesso.
Viale monza. Guadagna percorso grazie a Panda 4×4 davanti al mio veicolo con freccia a sinistra lampeggiante da mariano comense, e si orizzontalizza con freno a mano sulla strada.
Nonostante la mia stima incondizionata per la manovra convulsa in fascia protetta, non lo tampono per centimetri venti.
Esce. Maschio, trentenne, cravatta businessman. Mi porge la mano.
“Ciao, Flavio, architetto”
impallidita.
“Ciao, Flavio, testadicazzo”
impallidito.
Mi vagheggia colazioni improbabili, mi limito a mostrargli la tipologia di tacco lussurioso del mio stivale nero contro cui ha conteso.
Faccio per rientrare nell’abitacolo e si succhia voluttuosamente il dito indice.
Mi scrive con saliva urbanista il suo numero di cellulare sul cofano, sgommo prima che completi l’ultima cifra.
Risorpasso la Fiat Freccia Sinistra e, parcheggiata, valuto che potrebbe avermi rovinato la carrozzeria con gli enzimi digestivi.
Il numero è ancora visibile.
Lo conservo per chi abbia desiderio arretrato di vittima laureata casuale.

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M: alla mattina ci sono sempre quattro dita di ghiaccio sui vetri della macchina
F: mettici sopra i giornali, per la notte.
A: macché giornali, non fanno un cazzo. Dove abita lui ci vuole una renna morta sul parabrezza.

21.2.03

Voglio
I copricerchioni di Hello Kitty
Numero di cellulare di Mr.Wolf
Un militare che mi cauterizzi la ferita con il ferro da stiro
Una migliore percentuale di salumeria sugli occhi
Cappuccino vegan con la cannella
South park fisso lun-ven alle 4
Tempo.