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Riunione ufficio ore 19.15 degna di chiosa.
deambulo in direzione lavagna magnetica. Quindici persone inquisiscono visivamente la contusione medicata.
ne prendo atto.
osservo la zona traumatizzata e comincio a togliere comodamente la benda.
Col sangue scrivo sulla lavagna “666” e mi siedo ostentando strabismo di venere.
zero rh positivo imperla la sala convegni.

18.2.03

Ore 3.00 trapasso improvvisato.
Sfrutto l’onda anomala di determinazione domestica per lavare anche la collezione di bicchieri da aperitivo, sospesi al negroni sbagliato da giorno x di gennaio.
La forma cilindrica intollerabile danneggia la mia nevrosi.
nel corso di un moto tantrico insinuatorio della mano destra, un pezzo di vetro imperdonabile varca la carne e scava un voragine.
Zampillo di sangue sulla specchiera, io spettatrice abulica.
Realizzo che mi sto dissanguando quando il rubinetto si riempie di carminio100, e contengo il desiderio di morire d’accidia. So di non avere una benda. Ma so di per certo di aver visto recentemente un cerotto FarmaMed dimensione Corazziere.
Si, ricordo. Nel cassetto di Miss Prissy dimissionaria di dicembre, luogo Viale Monza.
Scomodo.
Notifico che non è laborioso decedere.
Che il programma mio e dei miei neurologi di mancare a 33 anni può essere rettificato.
Notifico scetticamente l’insufficienza di dolore, previsto dai copioni americani più qualificati.
Discolpo holliwood solo perché carica di ipnotico-sedativi alteranti.
Notifico la mia freddezza, rammentando che dopo la scena di E.R. “21enne di colore, maschio, ginocchio piegato inversamente” ho girato su junior tv con le gambe molli.
Quando le pareti del bagno annaffiate sono graficamente accettabili, delibero di fasciarmi.
So di non avere fazzoletti in casa.
Suppongo che le autoreggenti non si prestino all’episodio clinico.
All’attivo sto guardando il getto da minuti 10 invasa da inerzia bovina.
Vorrei avere la capacità matematica per calcolare quanti cl ho disperso nell’arredamento, ma sono capace di cambiare bonariamente canzone della playlist, irrorando tastiera e mouse per un LINGER nostalgico. Timeline dell’età dell’oro scorre come il sangue sul braccio.
1993.Sdraiata sull’erba umida di parchi anglosassoni, capelli rossi ricci lunghi alla schiena, sorriso.
2003.Sdraiata sulle tegole umide di un tetto opaco, capelli lisci bagnati occhiaie perenni, valium.

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Da segnalare, nella casistica di effetti indesiderati dell’ipnotico-sedativo.
Riunione lavorativa fondamentale.
Si pretende dalla mia degenza una prefazione verbale su alcune slide ppt.
La tavola rotonda agglomera dieci personalità carismatiche impreziosite di evian, più un paio di soggetti d’arredamento.
Do inizio all’apologia scorporandomi dal mio organismo fisico.
A dieci minuti dall’avvio mi sento pronunciare “QUALITITIVAMENTE”.
Mi fermo, mi alzo, mi scuso con tutti e vado a prendere l’epilady per suicidarmi in bagno.

14.2.03

Sveglia.
Stai dondolando su un ciliegio e sei ancora vergine di lutti. Ancora nessuno ti ha chiesto di fare un filtro con un biglietto del C83, ancora non gli hai risposto: va bene lo stesso uno scontrino della Standa, ancora non hai scelto la marca di rossetto che non lascia tracce segnaletiche. Non hai mai provato a metterti due dita in gola né hai desiderato individuare il lemma “Falloppio” nel Devoto Oli.
Ti concedi inoltre quegli splendidi gameti ovoidali lindt a pacchi chiusi da 60, che a una certa età ti disossano i fianchi e compilano la tua zona gag.
Ma tu sei su un ciliegio, piena di ormoni della crescita e di ciocorì, bionica.
Ed è in quel momento che un’ingiustizia interrompe la tua pubertà.
E cominci ad avvertire orizzonti logori, sodoma e gomorra, la cacciata del paradiso.
Però hai solo quattordici anni e tutto quello che hai fatto per meritartelo, è dormire. E nell’eventualità di un percorso karmico ti accorgi che forse puoi aver dormito fino a quel febbraio vigliacco, risvegliandoti a primavera come le primule curve che cercano il sole di notte e si chiedono e chi cazzo l’ha rimosso. Il Signore dell’inferno, ovviamente. E cominci a chiederti come fare per comunicarGli un ciclostile, contemplando la tua prima costellazione.
Poi la sveglia. Il rinculo che in effetti ti ha fatto crescere un po’ lussata regalandoti le occhiaie indistruttibili degli esseri notturni. Subisci così un patto col diavolo.
Ti sei destata dal torpore della tua età dell’oro ma in cambio hai ceduto per sempre il cinquanta percento del tuo sonno. Bell’affare passivo del cazzo. Che ritorna ogni volta che fai un contratto di lavoro ogni volta che voti una scheda politica o fai l’abbonamento della metropolitana.
E in quel modo passi cinque anni di ambientazione. E quando al tuo novecentesimo cioccolatino lindt ti consideri ormai integrata nell’intestino del tuo nuovo status contrattuale, muori una seconda volta.
Seconda sveglia.
Perdi i sensi per venti minuti i nervi deflagrano ti scende una lacrima rimani ovattata per un mese. Quello che si chiama esaurimento, seguito da un reboot atipico.
Un’altra percentuale da cedere.
[cut]
Il prezzo si fa indigeribile.
E ti trovi a vivere in mansarda, per distaccarti dal nucleo il più possibile.
Passano due anni, e sei sul tetto a fumare una Marlboro.
Gli fai spazio.
Arriva. Mi accende la sigaretta con l’alito.
Parliamo. Io non ho più voglia di perdere percentuali di esistenza per sveglie mentali che non fanno altro che rendermi il culo a forma di tegola, la mente aliena e nevrotica. Due sveglie sono un numero onesto e personalmente vorrei rallentare i tempi. Lui mi dice che non posso scegliere, e se io preferisca rinascere a ramalla. Poi mi guarda. Vede i miei capelli, assume l’espressione di chi ha appena creato un concetto che schematizza la vita nell’universo e il moto perpetuo e mi chiede: sei tutta rossa o…? Gli offro una sigaretta. Alla seconda boccata arriva al filtro e mi confessa. Che ha giù una cugina che mi assomiglia e che una terapia placebo c’è. Devo trovare un angelo. Che mi protegga dai suoi figli che girano per i bassifondi.
Ma io dove lo trovo un angelo.
Lo vedi, mi risponde. passare velocemente davanti a te. Non si ferma, perché ha altro da fare. Però prova ad invitarti nel suo cielo. Ci prova una volta sola, e poi se ne va. E se ne va a mettere la lingua in bocca a qualcun altro.
Passano cinque anni.
Vigilia della mia prima morte, febbraio 1993
Il ciliegio insieme al prato è estinto sotto immobili e famiglie con prole urlante.
Preannunciato da calo di peso manifesto, crampi artomuscolari e media di sonno ore numero 2 a notte, arriva e posa la natica destra sull’altra metà del tetto.
Ci risiamo, dice.
Sei pronta?
Terza sveglia.

12.2.03

beni emozionali 1
voglio un automobile in cui non posso includere l’autoradio perché troppo pesante
con sedili in pelle di muscolo umano maschile
e il cambio in ambra con dentro dna di velocyraptor.

Beni emozionali 2
Una serata alcolica moscovita con Vx.
Un cappuccino solo schiuma con Strelnik.
Un frontale automobilistico scenografico con Arsenio
Una colluttazione con Guido,lui verbalmente dalla mia parte.
Un concerto dei FromTheDyingSky a Milano in veste di astante disadattata.

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dany)Telecom Italia, servizio gratuito. L’utente da lei icqizzato non è al momento raggiungibile provi nel bagno!
Grazie
Prema 2 per l’albanese
Prema 3 per l’arabo
Prema 4 per tirare giù l’acqua

io)sono tragicamente antipatica e latitante.

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Forest: Sto andando a girare degli spot antifumo, con gli introiti ti regalo una stecca di sigarette il resto lo investo nel contrabbando.