18.5.04

Ore 10.45. linea rossa metropolitana. Calca nel vagone.
Un cane volpino occupa un posto a sedere scodinzolando. Mi fissa. Sa che se non mi siedo le vene varicose dormienti mi strariperanno a venticinque anni, più precisamente stasera alle 18. Non abbassa lo sguardo, sorride, scodinzola. Cerco di fargli capire che Loreto è la sua fermata. Lui si gira, guarda la stazione di Loreto, inclina la testa, poi torna a fissarmi con fuori la lingua. Poi inizia a leggere la rivista del suo vicino di posto. San Babila.
Drizza le orecchie e esce dopo di me, ci guardiamo diffidenti fino al tabaccaio dove mi molla.
Il sonnifero si gonfia come una spugna tra i due timpani, due africani che mi vogliono vendere il manuale della polenta del Senegal a base di tapioca mi seguono fino alla sala conferenze.
Considerando che i gradini di un palco sono i più grandi nemici delle longuette di pelle, riesco a mantenere il baricentro pensando intensamente ad al pacino nel tango di scent of a woman.
I giornalisti prendono posto. Le nostre sedie sono in realtà delle poltrone-puff, stupende, se stai girando un cortometraggio porno. Se invece sei in una conferenza stampa con una longuette di pelle è l’unico vero modo per segnalare a tutti che hai il perizoma di hello kitty, originale sanrio.
Dopo mezzora in cui praticamente parlo di spalle vedo la platea lanciarsi sulle tartine viola. E’ finita. La mia vista si annebbia, ho un quarto d’ora di autonomia prima di diventare un arbusto.
Il mio collega maremma maiala mi invita a pranzo, rifiuto cordialmente per andare a svenire in galleria. Mi ritroveranno due giorni dopo abbracciata a una guglia del duomo con una maglietta con la scritta ‘ si. 3mg di Tavor. ’