31.5.02

Mi hai chiesto chi sono? Di solito non me la sento di rispondere a queste eterne domande quando ho le pantofole a forma di gallina. E poi dopo aver buttato al cesso tutti i rametti del maestro dos nascimientos, ho perso tutta la sicurezza in me stessa;)
Sono la nipote di un cecchino, e non lo dico per allarmare i ladri che mi hanno rubato la macchina mesi fa (a sesto san giovanni si sono girati tutti con l’espressione da giuda). E’ sangue di famiglia. Pensa che una volta ho tirato una lente a contatto direttamente nell’occhio del barista.
Lavoro da cinque anni come insonne e la malattia mi permette di superare la soglia del pacchetto di marlboro giornaliere, di sapere a memoria in lingua originale i pezzi decisivi del Godfather, di consultare pagine gialle alla categoria “pasticcerie a domicilio aperte di notte”.
E poi che dire, vivo in una mansarda anzi su un tetto, vorrei essere la figlia di bill watterson, non prendo canale cinque e per fortuna non ho neanche un’idea fisionomica della famiglia parodi. Dei miei traumi infantili parlo solo alla portinaia teresa, ma dicendoti che sono rossa naturale, ti ho detto tutto delle mie elementari.
Mi spiace di aver esagerato sul numero massimo di righe che la domanda “chi sei” presuppone (quattro righe, oppure il numero della partita iva), ma il dono della sintesi o ce l’hai o non ce l’hai.