17.12.03

sette minuti di esposizione ai venti della tundra (ma non hai un vero cappotto? No, sono contro), segue mohito (ma questa è menta o un post-it verde? No, sono muschi e licheni), segue viaggio in milano-meda a 70km/h da parte di autisti responsabili muniti di 20 punti di patente (mi stacchi il pedale dell’accelleratore, grazie, lo tengo in grembo) e sei su personalitàconfusasplinderit a cercare una sedia a rotelle firmata.
L’ombrello automatico che ti hanno infilato dal collo all’osso sacro, regalandoti massima immobilità, si apre e si chiude seguendo inspirazione-espirazione.

Mentre faccio bollire la pepsi (precauzioni acquabomber tg2) un piagnucolio di felino affranto raschia la porta. Con impulso materno vado in burnout con sedia a rotelle, lui entra con bavaglino ricamato “colazione”. Verso due bustine di aulin nella pepsi e ne spolvero un po’ sui croccantini di pollo.
Realizzare quanto sia inattuabile in questo momento togliere la maglietta mi paralizza nell’anticamera. Decido che per i prossimi tre giorni pagherò un professionista metti-togli-maglietta che mi seguirà dovunque io strisci.
Due ore dopo il mio felino starà pisciando fuxia sulla biancheria intima stesa in lavanderia.