10.12.03

A ogni cambio repentino di stagione, il 20% degli individui della mia razza trapassa, dopo estenuanti crisi cardiovascolari.
Li riconosci in farmacia perché sventolano ricette scritte a mano su fogli a protocollo con rigatura scolastica, involucri di cd vergini tdk, post-it, buste paga.
Avendo noleggiato la sera prima la videocassetta “Malati Terminali Ma Cattolici”, riescono a raggiungere l’espressione moribonda nel passaggio tra entrata e banco cassa.
Chiedono sedativi fuori dal mercato occidentale, o almeno le percentuali degli ingredienti e un mortaio di marmo con pestello.
Stampano a colori gli spam che offrono barbiturici innovativi per mammiferi sovradimensionati, e le prospettano alla farmacista, coprendo con la mano i banner di casino-on-net, di particolari anatomici tumefatti e di dimensioni artistiche.
La farmacista osserva risentita, strappa le ricette scritte su banconote da 500 euro, non ha compassione neanche di un uomo in ginocchio e vende sigarette di contrabbando.
Poi arriva lui, parcheggia la panda marrone con le quattro frecce nel corridoio dell’ambulatorio.
Entra trafelato, lacrime già incrostate sulle guance: “sto operando il mio cavallo Divx, in questo momento è a cuore aperto, mi dia tutti gli anestetici-sonniferi che trova”
Un’ora dopo tutte le nostre macchine e gli scooter di qualche tossicodipendente saranno parcheggiati a casa sua, al quinto piano di un condominio dietro parco Sempione.