10.4.10

Di C. alle elementari ho due intensi ricordi, l’Amiga e i Lemmings. La sua esistenza a prescindere da questi due punti era, per me, pressoché insignificante.
Alle medie la differenza tra C. casual e C. elegante erano un paio di spalline sotto la felpa charro.
Negli anni 80, c’era la credenza che un paio di spalline curassero la scoliosi. Velcro, feltro e madre in grado di cucire erano elementi indispensabili per la sopravvivenza. La garanzia del tuo fascino studiato.
Quindi C. comincia a portare le spalline correttive anche a scuola, a casa, e quando giriamo in bicicletta per il paese. Il punto è che lei, con spalline, riesce a limonare prima di me e arriva a casa mia, trionfante, con una delle due spalline al rovescio causa petting interrotto, a riportarmi tutti i particolari.
Che poi, alle medie, il tuo pensiero principale è quello di limonare. E vederti arrivare tua cugina con spalline, primi baffi e cordone scout nel tripudio ormonale, no.
Keywords del suo resoconto:
-bosco, sdraiati.-
Io, dodicenne, con tono da profeta dell’erotismo, replico che l’ambientazione selvatica è sì efficace, ma gli insetti. Il fango. I cacciatori. I serpenti. Le zanzare con l’aids.
Niente a che vedere con la prima volta in cui avrei limonato io, cioè in una villa opulenta dopo una festa, con uno splendido sconosciuto che come me è stato costretto a rimanere lì tutta la notte perché verso le 22 di sera un assassino ha ammazzato un invitato, quindi ci hanno chiuso dentro per trovarlo, e c’è ancora Colombo in giro a interrogare tutti.
Quindi uno a zero per me.
-corsa per il bosco.-
io replico che no, nel limonare sudati non c’è classe.
Due a zero per me.
Poi lei se ne va e la odio per due settimane.
Al liceo la perdo di vista a parte qualche rapida occhiata per constatare se ha deciso di vestirsi Perù per tutta la vita.
Il suo look da ingegnere la porta a frequentare ingegneria e a sposare un ingegnere.
La facoltà di ingegneria, industria di individui che io no, faccio l’ingegnere ma in realtà sono un alternativo, fabbrica cervelli in serie, li mette in vitro, e al terzo anno te li trapianta all’esame di analisi 2. L’ingegnere laureato fa psicoterapia i due anni successivi la laurea per non aggiungere, dopo ogni frase che dice, “si comunque io mi sono sbattuto più di te”. Del tipo.
Vai tu a prendere i preservativi caro?
No, vai tu, perché io nella vita mi sono sbattuto più di te.
Guardate la faccia di un ingegnere neolaureato quando gli dici che hai fatto una laurea di tre anni.
Ti guarda, sgrana gli occhi, gli tremano le labbra, sta per proferire, si ricompone, fa lo sguardo da mucca riflessiva e si spegne. Sta pensando che è troppo figo e intelligente per dirti che non ti meriti la vita che fai, e comunque lui si è sbattuto più di te.

Altro inviolabile diritto dell’ingegnere mentre è in corso, è non fare nulla tranne l’ingegnere. Del tipo.
Stai leggendo qualcosa?
Sei fuori? Io faccio ingegneria.
Hai mai letto dante?
Eh, magari, magari. purtroppo ho fatto ingegneria.

C. fa la tesi su un oscuro soggetto pertinente a una delle sterili materie ingegneristiche, includendo la realizzazione di un sito web. Punto primo. Tutte le materie di studio della facoltà di ingegneria sono superflue e ti rendono calvo.
Punto secondo. Il sito web di un ingegnere lo riconosci dal bottone “mappa” e dal fatto che chiama la grafica “le jpg”. (mi fai le jpg?una qui, una lì e una sotto. E non lo mettiamo uno sfondino sfumato con la foto del mio paese dall’alto?)

Per dire che C. si è sposata. Vuoi tu ingegnere gestionale prendere ingegnere informatico. etc. si.
La bomboniera è un mousepad con le loro facce.